Una provincia sempre più povera Raddoppiate le richieste di aiuto

Centro di ascolto Caritas in prima linea per fornire pasti caldi, spese alimentari e contrastare il caro-energia. I 295 interventi economici nel 2021 saliti a 400. Da inizio mese si sono presentate altre 29 famiglie

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di Alfredo Marchetti

Le braccia aperte, il sorriso di Papa Francesco e madre Teresa di Calcutta sembrano dire: "Non abbiate paura, venite: vi aiutiamo". I murales disegnati nel retro e all’interno della chiesina di San Pio X in via Celi, sede del centro di ascolto vicariale Caritas sono un messaggio non scritto per chi prova a sopravvivere. Da questa porta entrano persone che hanno perso il lavoro, afflitti da dipendenze... in poche parole: con l’anima a pezzi. Dentro ci sono loro, una decina di volontari pronti ad aiutare, ascoltare, senza pretendere di sapere, di investigare. Un vestito nuovo, un pasto caldo, o semplicemente una parola giusta per l’anima. Se la pandemia ha duramente colpito le famiglie apuane, ora il caro energia e le bollette alle stelle stanno ulteriormente aggravando lo stato di salute di una provincia che ha fame di lavoro, ma che non vede una luce in fondo al tunnel. Per fortuna, è proprio il caso di dirlo, ci sono questi volontari, che senza sosta sostengono gli ultimi: : c’è chi faceva l’insegnante, chi il commercialista o il dipendente di banca. Un ’armadio’ (stanzone pieno indumenti) è pronto a servire chi ha bisogno di un abito dignitoso. Nel centro si respira un senso di pace misto a solidarietà, requisiti che cerca chi varca quella porta sempre aperta.

Una realtà che si è dimostrata essenziale in tutti questi anni: nei mesi di maggio, giugno, e luglio sono stati aiutati 79 italiani e 63 stranieri. Dal primo settembre, dopo il periodo estivo, sono 29 i nuovi accessi di connazionali e 6 stranieri: 25 gli interventi. Le richieste sono le più svariate: spese mediche, esami, visite specialistiche, ma anche aiuti per le bollette del gas, luce e acqua. Per poi non parlare di pernottamenti straordinari, acquisti di bombole del gas, spese alimentari di prima necessità e anche materiale di supporto scolastico, da zaini a quaderni. La Caritas offre servizi di ascolto, il famoso armadio (sostenuto dalla donazione costante di vestiti), casa di accoglienza sia per italiani che profughi. Dal primo settembre 2020 al 30 agosto 2021 sono stati 295 gli interventi economici. Nello stesso periodo, però 2021-22 gli interventi sono quasi raddoppiati, diventando 400: segnale evidente che il Covid ha colpito duramente le famiglie apuane. Un telefono durante la pandemia ha squillato in continuazione, perché nonostante le restrizioni il centro di ascolto ha continuato a seguire le persone in difficoltà, anche semplicemente con una parola buona.

"Il centro di ascolto Caritas – dice la coordinatrice Patrizia Seghieri – è l’espressione di una comunità cristiana che si propone di offrire una prima risposta ai bisogni del territorio di tutto il vicariato, si può definire una ’porta aperta’ all’accoglienza e all’ascolto per le persone che cercano aiuto. Il servizio è offerto dai volontari che si sono resi disponibili con il loro impegno a portare agli altri sostegno. Praticare la cultura della solidarietà significa per noi accogliere, ascoltare, accompagnare, prendere in carico le persone che si trovano in situazioni varie di disagio, attraverso i servizi offerti direttamente o la messa in rete con realtà dei servizi sul territorio". Omero Parmi, direttore del centro: "È importante avere una squadra affiatata che si rispetta. Il fine unico è andare incontro a chi ha bisogno. Noi siamo qui per servire, non dobbiamo dimenticarlo. Ci sono molte realtà ognuno con la sua storia, vogliamo andare loro incontro per aiutarli". "Siamo una realtà – dice la volontaria Pia Ricci che conosce la povertà – in continua evoluzione: la porta è aperta, chiunque può venire. Se la politica vuole toccare con mano la situazione sociale del nostro territorio può venire qui e avrebbe chiaro il contesto". Biagio Saulle, ex dipendente bancario: "Cerchiamo di dare una mano anche con consulenze mirate per chi è cattivo pagatore, oppure sosteniamo giovani che vogliono aprire startup, ovviamente con la garanzia che i genitori possano rimborsare Caritas"