Suicidio assistito, Welby e Cappato chiedono il giudizio immediato

I due esponenti dell'associazione "Luca Coscioni" si autodenunciarono nella vicenda della morte di Davide Trentini, malato di sla

Eutanasia: indagati Welby e Cappato

Eutanasia: indagati Welby e Cappato

Massa, 17 maggio 2018 - Marco Cappato e Mina Welby, tesoriere e copresidente dell'associazione Luca Coscioni, hanno chiesto il giudizio immediato, rinunciando all'udienza preliminare fissata per il 31 maggio a Massa, nel processo per la morte di Davide Trentini.

Il 53enne, malato di sla (sclerosi laterale amiotrofica)  morì in Svizzera col suicidio assistito. Lo rende noto l'avvocato Filomena Gallo, segretario dell'associazione Coscioni e coordinatrice del collegio difensivo di Cappato e Welby.

«Di fronte a una imputazione che include l'istigazione al suicidio oltre che l'aiuto materiale _dice Gallo_ riteniamo indispensabile andare a un dibattimento pubblico, anche nella speranza di aiutare il Parlamento a mettere in discussione la legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia che da oltre 4 anni e mezzo giace alla Camera». 

Per Welby e Cappato la procura di Massa ha chiesto il rinvio a giudizio. La difesa, chiedendo il giudizio immediato, rinuncia all'udienza preliminare per andare subito davanti alla corte d'assise. Cappato e Welby si autodenunciarono ai carabinieri il giorno dopo la morte di Trentini che aveva chiesto il loro aiuto. In un messaggio di saluto Trentini aveva detto: «Basta dolore». Ad accompagnarlo in Svizzera fu Mina Welby mentre Cappato si adoperò, attraverso l'associazione Soccorso civile Sos eutanasia, per raccogliere i fondi mancanti per pagare la clinica. «Anche in questo caso come in quello di Dj Fabo una disobbedienza civile volta a mettere sotto processo l'art.580 del codice penale» si spiega dall'associazione Coscioni che sottolinea come «l'autodenuncia di Cappato e Welby ha aperto un nuovo fronte processuale che mette in gioco la loro libertà».

La decisione «di rinunciare all'udienza preliminare porta di nuovo Marco Cappato, dopo il fronte processuale aperto per l'assistenza offerta a Dj Fabo, davanti a una corte di assise - conclude l'associazione -. Questa volta insieme a Mina Welby. Saranno giudicati per un reato punito in Italia in modo grave, proprio mentre la Corte di assise di Milano, tramite ordinanza, ha rimesso la stessa norma alla valutazione della Consulta per giudicarne i profili di costituzionalità».