Rubini, applausi e sorrisi al Noa. La vita, il teatro e la recitazione

La stagione solidale dell'associazione "Donatori di musica" all'ospedale Apuane prosegue con l'attore Sergio Rubini che racconta la sua carriera e progetti futuri, tra cui la miniserie su Giacomo Leopardi e lo spettacolo teatrale "Il caso Jekyll".

Rubini, applausi e sorrisi al Noa. La vita, il teatro e la recitazione

Rubini, applausi e sorrisi al Noa. La vita, il teatro e la recitazione

Continua la stagione solidale dell’associazione “Donatori di musica” all’ospedale Apuane. Venerdì nella sala policonfessionale del Noa, è stata la volta di un altro grande artista, l’attore e regista Sergio Rubini che, “intervistato” dal direttore di Oncologia Andrea Mambrini, ha raccontato episodi della sua lunga e straordinaria carriera cinematografica e teatrale e anche della sua vita privata, in un divertente excursus durato circa un’ora che ha strappato applausi e sorrisi al pubblico presente.

Rubini ha esordito ringraziando il dottor Mambrini, ha poi raccontato che sono terminate da pochi giorni le riprese della miniserie evento “Giacomo Leopardi - Vita e amori del Poeta“, che racconta la vicenda umana e storica del grande poeta di Recanati e che andrà in onda presto su Rai 1. Rubini ha preannunciato un ritratto inedito, anche se storicamente coerente, di Leopardi. Era dolente e ombroso? Dietro all’immagine canonica, molto melanconica, se ne può scorgere un’altra, sottotraccia, completamente diversa, caratterizzata da una vitalità dirompente, perché è l’incontenibile amore per la vita il motore che muove la sua poetica; e il suo pessimismo è il risultato di una costante ricerca di felicità negata da un universo incomprensibile e sordo ai desideri degli uomini. Ha inoltre parlato dell’importanza dell’ironia e della leggerezza: far ridere è la cosa più difficile (non ci riesce neanche l’intelligenza artificiale) ma ci aiuta nei momenti difficili. Dopo un elogio della follia (cercare qualcosa che “pulsa”) e della normalità (“un privilegio come mi hanno insegnato grandi artisti tipo Federico Fellini”), Rubini ha raccontato la complessa lavorazione del film di Mel Gibson del 2004 “La Passione di Cristo”, girato a Matera, poco distante da casa sua, in cui lui interpretava il ruolo del ladrone buono. Ha rivelato di essere entrato in conflitto con la “religiosità un po’ troppo disinvolta” del regista e attore americano e ha condiviso alcuni aneddoti che hanno strappato i sorrisi della platea: l’attore Jim Caviezel, che impersonava Gesù, entrato talmente nella parte da benedire per strada i bambini che incontrava. Ha poi raccontato “Il caso Jekyll”, il nuovo spettacolo teatrale da lui firmato come regista e autore, sempre insieme a Carla Cavalluzzi. Un libero adattamento del romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde” in cui, tra le altre cose, si sottolinea come - nell’ambito del tema del doppio che alberga in ciascuno di noi - abbia piena dignità di vivere anche la nostra parte oscura (“La parte più pregiata di noi non è quello che abbiamo fatto ma ciò che avremmo voluto fare”).