La maggioranza si spacca Persiani bocciato dagli alleati

Fratelli d’Italia e Forza Italia disertano il consiglio sulla variazione di bilancio. L’opposizione ne approfitta e lascia l’aula: "La città non ha una guida"

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A un anno dalle elezioni amministrative di Massa la maggioranza di centrodestra si scopre più debole di quanto pensasse: alla votazione della variazione di bilancio che doveva stanziare circa 4 milioni di euro fra vari settori, lasciando un po’ indietro i lavori pubblici dell’assessore Marco Guidi, il sindaco va sotto anche durante il consiglio comunale ancora in modalità ‘virtuale’. Solo 11 presenti, 9 votanti. Niente numero legale. A poco serve il richiamo in appello dieci minuti dopo: i numeri hanno la testa dura, la politica pure. Soprattutto scopre di avere ‘fratelli coltelli’ in un sodalizio che sembrava invece molto più stretto ed è un chiaro richiamo a quella forza politica che più di altre ha ieri mostrato il proprio malcontento nei confronti del primo cittadino e di chi tiene i conti a palazzo civico, ossia l’assessore Pierlio Baratta. Effetto Carrara, forse o quasi sicuro, dove il centrodestra si è spaccato fra correnti e rivoli: perché un battito d’ali di farfalla fra i cugini di oltre foce provoca uno tsunami in quel di Massa.

E’ successo con le elezioni del 2018, rischia di accadere di nuovo e a pagarne le spese potrebbe essere il sindaco Persiani che ieri sera si è ritrovato da solo in consiglio comunale. Solo con i fedelissimi della Lega. Nove voti a favore sono una miseria. Assenti i consiglieri di Fratelli d’Italia. Attacchi durissimi da Antonio Cofrancesco che già ne ha chiesto le dimissioni poi abbandona la seduta. Fuori anche Forza Italia, con il presidente Stefano Benedetti che lascia l’incombenza del ruolo alla vice di opposizione Luana Mencarelli: eh sì, perché mancano in aula anche i consiglieri della lista Persiani sindaco, compresa l’altra vice Lucia Bongiorni. Di quella lista che porta il nome del sindaco resta solo Roberto Acerbo. Va e viene dall’aula virtuale Sergio Menchini, che è in Forza Italia ma non troppo. Il sindaco prende la parola, presenta lui stesso la pratica della variazione di bilancio che sarebbe invece compito dell’assessore Pierlio Baratta.

E’ quasi un atto di sfida, una prova di forza o una richiesta di fiducia. La minoranza, che aveva permesso di aprire il consiglio comunale con la propria presenza, lascia la seduta quando vede che aria tira. Roberta Dei, forzista che fa un gioco autonomo, si astiene. Mencarelli che non può abbandonare fa altrettanto. Per la Lega manca solo Marco Battistini, giustificato per la nascita della prima figlia. Solo 9 voti a favore. Manca il numero legale. Si ritenta dieci minuti dopo. Niente da fare. Con questi numeri sarebbe impossibile anche una convocazione con un terzo dei voti per far passare l’atto che resta invece sospeso. Si dovrà trovare una quadra in maggioranza, risolvere il conflitto, se possibile. Altrimenti resta la strada della crisi e dello scontro ma questo si deciderà nelle segrete stanze del Comune e in qualche chat di whatsapp.

La minoranza gongola, per ora: non è una vittoria ma comunque un avanzamento di trincea: "Abbiamo assistito inermi ad un Consiglio Comunale surreale nell’ambito del quale la maggioranza si è nei fatti dissolta sbandierata da 4 anni e composta da 23 membri. La città non ha una guida che sembra essersi dissolta sotto i colpi di ambizioni politiche future e di piccoli tatticismi elettoralistici".

Francesco Scolaro