Il Sagro brucia ancora. Riattivato un focolaio. Canadair in azione. Si spera nella pioggia

La montagna sopra Carrara in fiamme ormai da cinque giorni. Ipotesi su un gesto doloso che ha dato il via al devastante incendio.

Il Sagro brucia ancora. Riattivato un focolaio. Canadair in azione. Si spera nella pioggia

La montagna sopra Carrara in fiamme ormai da cinque giorni. Ipotesi su un gesto doloso che ha dato il via al devastante incendio.

Sperano nella pioggia i volontari e gli operatori forestali impegnati a spengere l’incendio sul Monte Sagro che secondo le prime stime ha mangiato circa 100 ettari tra prati e bosco rado. Ieri mattina quando le fiamme sembravano ormai domate un focolaio si è riattivato e ha ripreso a bruciare la vegetazione endemica. Il Sagro brucia da ormai cinque giorni e al momento i carabinieri forestali stanno ancora cercando di capire se le fiamme sono di origine dolosa. Sono stati invece spenti tutti gli altri incendi che hanno interessato diverse zone montane tra Carrara e Massa come quello sul monte Matanna e il monte Prana, che fanno da confine fra i comuni di Camaiore e Fabbriche di Vallico in lucchesia, quello del Canale Regollo, sulla strada che da Forno porta al Pianello, e quello in località Casette in prossimità di una cava di Colonnata.

Per tutta la giornata di ieri i Canadair sono stati impegnati sul Sagro con oltre dieci sganci di acqua recuperata dai vasconi, tenuti sempre pieni grazie all’instancabile lavoro degli uomini del comando provinciale dei vigili del fuoco. Instancabile anche il lavoro delle squadre della Vab di Carrara coordinate da Denis Bruzzi, che oltre a domare le fiamme si occupano anche di bonificare le zone andate a fuoco. Sul posto anche gli elicotteri della Regione Toscana che, assieme ai Canadair, continuano a sganciare acqua sulle fiamme. Data la morfologia del territorio, con pendenze che rendono quasi impossibile l’utilizzo di squadre a terra, su questo incendio si sta intervenendo in prevalenza con l’elicottero. Impossibile arrivare in ausilio con mezzi terrestri, che avrebbero contribuito senz’altro a fermare le fiamme in via definitiva.

L’unico modo per far scendere i volontari sul Sagro è l’hovering o volo a punto fisso, una manovra fatta dall’elicottero che consiste nello stazionamento in volo a velocità nulla e quota costante che permette di raggiungere questa zona impervia e martoriata dalle fiamme. "Il Sagro è in fiamme da lunedì e ieri mattina ha ripreso vita un focolaio – racconta Denis Bruzzi –. Si spera che la pioggia venga in aiuto. Come Vab ci occupiamo anche di bonificare le zone bruciate. Ci porta l’elicottero e le nostre squadre scendono in modalità hovering, e cioè a circa cinquanta centimetri di altezza. Poi con il ‘rastro’ rastrelliamo il perimetro accumulando il materiale in un’unica striscia, in questo modo se le fiamme dovessero ripartire la terra le ferma. Venerdì le nostre squadre sono rientrate a mezzanotte e così anche per la giornata di ieri. Ieri eravamo in quattro venerdì in sette".

Alessandra Poggi