Il biplano di Baracchini ritornerà a Villafranca

Ermete Grillo, di origini lunigianesi, incontrerà gli alunni del “Baracchini“. Da anni lavora alla riproduzione dell’Hanriot HD.1 pilotato dall’asso del cielo

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di Monica Leoncini

E’ una riproduzione, non una replica. Ermete Grillo, lunigianese di origine, ma residente a Pisa lo afferma con certezza: sta realizzando la perfetta riproduzione dell’Hanriot HD.1, pilotato da Flavio Torello Baracchini. Il progetto è ambizioso e legato strettamente a Villafranca, città natale del famoso o pilota che ha dato nome a un palazzo e al comprensivo di Villafranca-Bagnone. Una passione che nasce da lontano. "Ho sempre voluto diventare pilota di biplano - racconta - e negli anni ho approfondito la mia passione e il mondo dell’autocostruzione. Ho costruito il mio primo biplano, poi uno giallo con cui volo ora e adesso mi sto dedicando alla riproduzione del velivolo di Baracchini. E’ un tipo di aeroplano francese, progettato da Emile Dupont e costruito in Italia su licenza Hanriot dalla S.A. Nieuport - Macchi di Varese, che ne produsse 901. Ho scoperto Baracchini quasi per caso, ho letto molto su di lui e visto il suo aereo al Museo Storico di Vigna di Valle. Il re glielo aveva regalato per i meriti in battaglia, fu un asso del Servizio Aeronautico del Regio Esercito". Durante la prima guerra mondiale i piloti erano dei idoli da venerare in cielo, a Villafranca la sua memoria è intatta. A lui sono state riconosciute 21 vittorie su 31 rivendicate, in appena sei mesi. Fu il primo pilota di caccia a essere insignito della Medaglia d’oro al valor militare. "Ho unito la mia passione per il volo a quella per la manualità - aggiunge - sono maniaco della precisione, ho disegni originali e li seguo non esiste nulla in commercio, faccio tutto da solo, cercando il materiale. Per fortuna ci sono persone che mi aiutano. La svolta è stato l’incontro con Leonardo Sordi, presidente dell’associazione “Il Magente“. Il motore che userò è suo e sarà lui a curarne il restauro. Gli devo molto. E’ un motore rotativo, nessuno lo usa da oltre cento anni, sarà emozionante. Altro ringraziamento è per il Club Aviazione Popolare (CAP), ente delegato da Enac per sorvegliare le autocostruzioni, sempre disponibile a offrire un supporto. Tengo poi a ringraziare Alberico Varoli di Mocrone, nipote di Flavio Torello Baracchini, umile custode della memoria di Torello, pronto a mettere a mia disposizione le foto dell’aeroplano oggetto della riproduzione". Ermete lavora al progetto nel tempo libero, ormai da anni, in garage, montando i componenti pezzo per pezzo, poi dovrà montarlo, intelarlo, verniciarlo e collaudarlo. Ci vorrà tempo ma è determinato. Presto sarà a Villafranca per incontrare gli studenti della scuola Baracchini. "Il mio progetto è un omaggio a un pilota coraggioso - aggiunge - ma è anche un viaggio nel tempo. Il futuro sono i ragazzi, devono sapere chi era Baracchini, essere fieri delle sue origini villafranchesi. Se i giovani credono in qualcosa possono diventare quello che desiderano".