Guglielmo, il super paziente virtuale. I suoi mali ‘allenano’ i chirurghi

Un manichino simulatore che suda, si lamenta, piange, tossisce e sa vomitare

Guglielmo, il super paziente virtuale. I suoi mali ‘allenano’ i chirurghi

Guglielmo, il super paziente virtuale. I suoi mali ‘allenano’ i chirurghi

Suda, si lamenta, piange, tossisce e sa persino vomitare. Si chiama Guglielmo (dal nome del suo inventore) ed è l’umanoide del centro di formazione in simulazione di Monterosso. Un top di gamma per imparare su un manichino come comportarsi in sala operatoria con un paziente ferito o con complicazioni vitali. Guglielmo è fondamentale per aspiranti medici e infermieri: grazie alla sua tecnologia è persino in grado di reagire all’iniezione di farmaci, riesce a far capire come reagire in modo corretto e tempestivo alle emergenze, riducendo i rischi di errori umani in sala operatoria.

Ma al centro di formazione di Monterosso ci sono anche tutta una serie di simulatori e dotazioni che permettono di imparare come fare un prelievo di sangue, auscultare cuore e polmoni, eseguire una tracheotomia o mettere un catetere. Poi c’è la realtà virtuale: programmi in cui gli allievi lavorano in team sulle urgenze proprio come in una vera sala operatoria, software per imparare come effettuare chirurgia non invasiva. Tutti passaggi fondamentali per memorizzare come eseguire questi procedimenti sul paziente umano. C’è anche una sala operatoria dove gli studenti agiscono su Guglielmo alle prese con problemi cronici, rigorosamente osservati dai docenti attraverso un vetro spia, uno di quelli usati nelle stanze degli interrogatori per nascondere l’identità di chi sta osservando. Poi simulazioni in loco, come per esempio quelle fatte in cava per capire come intervenire dopo un infortunio sul lavoro.