Parla l'eremita: "Vi racconto come vivo" / FOTO

Fra’ Cristiano vive sui monti di Zeri, in Alta Lunigiana, isolato dal mondo

Fra' Cristiano

Fra' Cristiano

Zeri, 26 ottobre 2016 - Scalpello e pietra arenaria, la piccola stanza dell’eremo di Santa Maria Maddalena è una finestra sul mondo: è lì, nella solitudine animata dalla vocazione, che Fra’ Cristiano scolpisce, trasferisce sulla pietra nuda la devozione, piccole grandi sculture, che raccontano il cammino della contemplazione che condivide con la comunità della valle. Vederlo scolpire apre il cuore alla speranza, alla fiducia, in un’alchimia di sentimenti di chi ha scelto vivere fuori dal mondo, ma nel mondo. E poi c’è il fascino del laboratorio a fianco della parrocchia, dove la domenica Fra’ Cristiano celebra la messa. Nel laboratorio Fra’ Cristiano lavora il legno. In quel laboratorio tra i monti, in cima alla valle, ci sono le testimonianze dei pellegrini: un quadro, un pensiero. Parliamo con lui, con Fra’ Cristiano:

Quali sono i sentimenti che prova vivendo all’Eremo?

«Abbracciare questa vita – racconta – non significa sfuggire alla realtà, alle responsabilità o anche solo alla gente. Significa continuare a vivere alla sequela del Vangelo aperti e disponibili verso i fratelli che si incontrano. Il sentimento che più mi abita è la percezione interiore di non essere mai solo, perché Dio è veramente vicino a te là dove sei. Ognuno di noi vive il suo eremo ma può scegliere di vivere una “terra desolata”, come scrive il profeta Isaia o in uno spazio aperto, abitato, condiviso, dove lo Spirito del Signore silenzioasamente soffia».

Come sono scandite le giornate?

«La vita eremitica è detta “idioritmica“, una forma di esistenza cristiana, che come per i religiosi che vivono nella comunità, pratica i consigli evangelici di castità povertà ed obbedienza. Stando soli si esercita un’obbedienza diversa da quella che si vive in un convento o in un monastero dove si obbedisce ad un padre oltre che ad un regola di vita. Anche gli eremiti hanno un superiore e una regola, l’obbedienza si esprime nell’osservanza di una disciplica che l’eremità si dà. La giornata è scandita dalla preghiera, dal lavoro, manuale ed intellettuale, dal riposo. Il centro della vita dell’eremita è l’Eucarestia, e questa mensa si unisce alla mensa della Parola con una lettura attenta e meditata della Sacra Scrittura. La preghiera occupa il posto preminente. Tutto inizia per me alle 4 del mattino con l’Ufficio del Mattutino, la preghiera va avanti fino alle ore 7. Poi inizia il lavoro. Gli eremiti apprezzano il valore dei lavori umili, semplici, creativi, come il lavoro della terra, ma non disdegnalo anche altri lavori, come quello artistico o intellettuale. Faccio un po’ di tutto a seconda del bisogno, per quello che so fare naturalmente. Il resto della giornata è scandito dalla preghiera, il pranzo e alle 18 la celebrazione dell’Eucarestia. Una cena frugale precede l’ultimo degli appuntamenti liturgici della giornata».