Filiera corta, le imprese dicono no. Arrighi annuncia lo ‘stato di polizia’

Commissione al fulmicotone con gli industriali che hanno annunciato battaglia su una legge inapplicabile. La sindaca dichiara la linea dura: "Se si vuole la guerra, la farò anch’io mandando i controlli tutti i giorni". .

Filiera corta, le imprese dicono no. Arrighi annuncia lo ‘stato di polizia’

Filiera corta, le imprese dicono no. Arrighi annuncia lo ‘stato di polizia’

"Bene i controlli, ma sulla legge 35 non siamo convinti". E’ netto il parere di Confindustria, intervenuta ieri in un acceso dibattito nella commissione Marmo presieduta da Nicola Marchetti sul tema della tracciabilità e in cui non sono mancati i botta e risposta tra l’amministrazione e le imprese. Se il tema tracciabilità è stato in effetti discusso, con perplessità di Confindustria sulla capacità di poter usare nel miglior modo possibile il software di elaborazione e garantire il report giornaliero sui dati, molto della discussione si è in realtà spostato sulla chiacchierata legge regionale 35 del 2015. Legge che introduce l’obbligo della lavorazione in loco del 50 per cento. Nell’incontro in commissione, a cui ha preso parte la sindaca Serena Arrighi oltre al dirigente dell’ufficio Marmo Giuseppe Bruschi, erano presenti per Confindustria il presidente provinciale Matteo Venturi, che ha espresso le sue perplessità insieme a Fabrizio Santucci, delgato del lapideo.

"I controlli sono doverosi e ben accetti – ha ribadito Venturi – perché chi non rispetta le regole deve essere messo fuori. Però ci spaventa la legge 35 perché un certo dirigismo sta riducendo la marginalità. Alcune imprese chiuderanno, i ricorsi saranno l’ultima cosa da fare però ci potranno essere delle serrate perché anche gli imprenditori si devono tutelare. Abbiamo firmato le convenzioni non perché siamo schizofrenici, ma per paura della chiusura".

"Il cinquanta per cento sarà un boomerang per le piccole imprese – ha aggiunto Santucci – e le cose nel mercato stanno cambiando, con competitività di Turchia e Grecia in certi prodotti. Vi prenderete le vostre responsabilità come amministrazione su queste scelte". A Confindustria ha quindi replicato duramente la sindaca Arrighi, che ha ribadito la volontà di proseguire nell’iter intrapreso sia sulla tracciabilità sia sull’applicazione della 35. "Anche gli imprenditori dovranno prendersi la propria responsabilità – ha detto la sindaca - è una legge del 2015 e non possiamo ogni volta rimetterla in discussione. Il maggior controllo anche in dovere ai cittadini. Sui ricorsi bisogna decidere che rapporto si vuole avere con l’amministrazione. Se ci sono problemi e si vuole però fare la guerra, allora la guerra la farò anche io, mandando i controlli tutti i giorni. Troviamo delle soluzioni sul tema ma se mi si dice stato di polizia, lo divento davvero". Nel lungo dibattito sono poi intervenuti rapidamente anche i consiglieri Bernardi per l’opposizione e Nardi per la maggioranza. "La 35 impicca le piccole imprese – ha detto Bernardi – e serve modificarla perché vanno tutelati tutti. La tracciabilità è collegata a questo discorso, c’è poco da fare. Quando ci saranno centinaia di ricorsi vedremo poi cosa succederà. Non c’è capacità in queste azioni". "Capiamo che queste novità possano aver fatto sorgere timore alle aziende – ha poi risposto Nardi – ma ci sono delle normative. Intanto avviamo l’iter per renderci tutti conto della situazione, poi saranno fatte delle valutazioni nel merito".