Ex Torino, punto a capo. La bonifica resta ferma. Ora solo una copertura per fermare l’amianto

Dopo lo stop alla rimozione dei rifiuti dal terrapieno davanti alla colonia. Sogesid riparte con un nuovo progetto ma per la messa in sicurezza:. protezione in superficie per evitare la dispersione e recinzione fissa .

Ex Torino, punto a capo. La bonifica resta ferma. Ora solo una copertura per fermare l’amianto

Ex Torino, punto a capo. La bonifica resta ferma. Ora solo una copertura per fermare l’amianto

Sogesid mette in gara un nuovo progetto per il terrapieno davanti alla ex Colonia Torino ma stavolta non si parla di rimozione dei rifiuti e neppure di bonifica del sito. Il nuovo progetto, per poco più di 600mila euro, punta alla messa in sicurezza d’emergenza dell’area che vuol dire una sorta di ‘sarcofago’ da cui non dovrebbe entrare né uscire nulla, una specie di cappa in superficie per evitare la dispersione di amianto, oltre a una recinzione fissa a impedire gli accessi. Per ora c’è una manifestazione d’interesse della società in house del Ministero dell’Ambiente, un’indagine di mercato per individuare gli operatori economici interessati ad essere invitati alla successiva procedura negoziata, con scadenza a metà marzo.

La società appaltante ricorda che "durante l’esecuzione di lavori del precedente appalto è stata rilevata la presenza di diffusa di frammenti di materiali contenenti amianto, confermata anche da specifiche analisi di laboratorio. A seguito di detti rinvenimenti è stato deciso di non procedere con ulteriori attività inerenti al precedente appalto e dare seguito alle necessarie misure per la messa in sicurezza d’emergenza dell’area e all’arretramento della recinzione di delimitazione per consentire il ripristino della viabilità della strada".

Così nasce il nuovo progetto, ben differente dal precedente anche per la spesa. La ditta vintrice dovrà occuparsi della separazione dei materiali presenti. Quelli lapidei recuperati verranno riutilizzati per la realizzazione di parte della nuova scogliera, mentre i rifiuti prodotti in questa fase dovranno essere allocati in container scarrabili differenziati e inviati a discarica, previa caratterizzazione. Sarà riqualificata la scogliera esistente per circa 90 metri e ne sarà costruita un’altra di 110 metri .

Ma veniamo al terrapieno: sarà realizzato quello che viene definito uno "strato di confinamento" di circa 4500 metri quadrati, "per ridurre il rischio di esposizione alle fibre di amianto, mediante la formazione di uno strato di regolarizzazione con materiale arido di media pezzatura per la successiva posa di un telo" in polietilene ad alta densità "protetto superiormente ed inferiormente da un geotessile non tessuto antipunzonante", tutto ancorato per evitare che volino via alla prima mareggiata. Poi su tutta l’area saranno depositati materiali inerti a ricomporre una situazione simile a quella di ora. Non è finita. Tutto il perimetro sarà recintato con un basamento in calcestruzzo e pannello grigliato zincato a caldo, tutto alto 2,80 metri. Sarà anche liberato il viale dal cantiere per rimettere l’asfalto. Costo di poco superiore a 646mila euro, tempo di realizzazione 90 giorni dalla consegna del cantiere.

"Purtroppo – evidenzia il sindaco Francesco Persiani – si tratta solo di una messa in sicurezza che viene attuata con le economie del precedente appalto. Ora si deve lavorare alla nuova progettazione di un intervento che diventa vera bonifica perché c’è da asportare materiale contenente amianto. Il terrapieno resta una ferita aperta nel nostro territorio e solleciteremo tutti gli enti competenti per risolvere il problema perché ha un enorme impatto ambientale e turistico. L’unica nota positiva è che questa estate dovremmo almeno avere di nuovo la viabilità, con l’arretramento del cantiere. Ma per la bonifica si riparte da zero con la progettazione, il reperimento delle risorse necessarie e la gara d’appalto…".

Francesco Scolaro