REDAZIONE LUCCA

Fanini scopre un primato che non sapeva di avere

Nel 1987 il patron Ivano piazzò nei primi quattro posti altrettanti suoi atleti. Avvenne in Veneto al "Premio Sanson" con due sue formazioni diverse

Probabilmente un record mondiale. I primi quattro corridori dell’ordine di arrivo tutti delle sue squadre. Ivano Fanini non lo sapeva nemmeno, ma il suo amico e grande esperto Walter Nieri, organizzatore da anni del premio "Fedeltà allo Sport", lo ha scoperto e glielo ha fatto notare. E, ora, i primati vanno aggiornati.

Di cosa stiamo parlando? Ve lo spieghiamo subito. Nel 1987 accade un fatto unico nella storia del ciclismo mondiale. Si correva l’ultima prova indicativa prima della rassegna iridata ed erano attese le convocazioni azzurre per i mondiali di Villach, in Austria, che poi si aggiudicò l’irlandese Stephen Roche (in quell’annata mitica conquistò anche Giro e Tour in uno strepitoso grande slam), davanti a Moreno Argentin. La gara in questione era la seconda prova "Premio Sanson".

Il team Fanini correva con due squadre. Jorgen Marcussen fece l’impresa di aggiudicarsi la gara che vide non soltanto tutto il podio "faninista", ma, addirittura, le prime quattro posizioni. Marcussen (foto) vinse per la "Pepsi-Fanini". Secondo posto per Roberto Gaggioli ("Pepsi-Fanini"); terzo Pierino Gavazzi ("Remac-Fanini"), vincitore anche alla Sanremo; quarto Rolf Sorensen ("Remac Fanini"), con il danese che diventerà un grande campione, "cacciatore" di classiche. Un fatto unico al mondo occupare le prime quattro posizioni in una pre-mondiale da parte di due squadre entrambe di proprietà della stessa persona, Ivano Fanini. L’imprenditore di Lunata dovrà, quindi, aggiornare i suoi record che non sono solo quelli delle vittorie o dei 37 anni di longevità a livello di squadra ciclistica. Ma anche altri.

Ad esempio, oggi, si parla molto del ciclismo danese, visto il successo alla Grand Boucle (che nel 2024 partirà da Firenze) di Vingegaard. Dopo l’amicizia con l’ex campione Ole Ritter (come descrivemmo in un precedente servizio), Fanini cominciò a scovare talenti "vichinghi". Uno di questi, senza dubbio, Marcussen. Medaglia di bronzo al mondiale del 1978, vinto dall’olandese Knetemann davanti a Moser sul circuito mitico, anche per la Formula Uno, del Nurburgring, in Germania, arrivò da Fanini quando sembrava sul viale del tramonto.

Jorgen Marcussen non impiegò molto tempo per entrare nella cerchia dei ciclisti più forti e completi. La sua soglia anaerobica e le sue fibre muscolari gli fecero emergere le qualità di passista-scalatore, dimostrandole anche sulle pendenze più ripide. Gli mancava, però, lo spunto vincente degli ultimi chilometri, senza il quale impiegò molto tempo a vincere la prima corsa, pur ottenendo piazzamenti importanti. Invece vinse diverse corse per la società lucchese. Oggi Jorgen Marcussen vive stabilmente in Danimarca, ricorda con piacere la sua lunga carriera ciclistica, ma non ha mai deposto del tutto la bicicletta in cantina.

Terminata la carriera agonistica con Fanini, per un decennio ha fatto l’allenatore di diverse squadre, compresa la nazionale danese dilettanti e fa l’accompagnatore turistico. In primavera ed in estate è la guida per i danesi che fanno vacanze in Italia e, magari, in futuro ci sarà spazio per una puntata a Lucca, chissà.

Massimo Stefanini