"Problemi causati dal lockdown: aumentati rabbia, noia e stress"

Anna Belmonte, responsabile dell’unità salute mentale infanzia dell’Usl Toscana Nord Ovest: "Nel periodo della pandemia molti ragazzi sono stati privati di spazi ed esperienze fondamentali"

Lucca, 8 giugno 2023 - In merito alle problematiche riguardanti bambini e ragazzi, abbiamo posto alcune domande alla dottoressa Anna Belmonte, responsabile dell’Unità funzionale salute mentale infanzia e adolescenza dell’Usl Toscana Nord Ovest.

Quali sono i disagi che emergono in questo primo semestre 2023 nei giovani studenti della lucchesia?

"I disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono piuttosto frequenti ed in Italia interessano quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, ossia tra il 10 ed il 20% della popolazione infantile ed adolescenziale tra 0 e 18 anni. Anche da noi, in questi ultimi anni, si è assistito ad un incremento di disturbi d’ansia, disturbi dell’umore (depressione) e disturbi del comportamento alimentare nella fascia di età adolescenziale".

Il fenomeno sembra essere in crescita, cosa ne pensa?

"Nonostante il problema fosse già rilevante anche nel periodo pre-Covid, il benessere dei minori è diminuito, con un aumento di rabbia, noia, difficoltà di concentrazione, senso di solitudine e di impotenza, stress, disturbi del sonno".

Quanto ha influito la chiusura delle scuole?

"La chiusura delle scuole durante il lockdown, l’aumento dell’accesso ai social network, le preoccupazioni per il futuro economico delle famiglie, l’isolamento e le restrizioni dei contatti hanno favorito un aumento dei fattori di rischio di insorgenza o esacerbazione di problemi di salute mentale. Se pensiamo alla scuola non solo come luogo di trasmissione di informazioni ma come vero e proprio “contenitore” emotivo e sociale, luogo di crescita e di confronto, ponte tra famiglia e società, si può comprendere come i ragazzi siano stati privati per un certo tempo di espertienze fondamentali, in una fase della vita in cui è pressante la spinta verso l’autonomia e il bisogno di appartenenza".

Qual è il metodo di confronto tra la vostra struttura e la scuola?

"Per gli adolescenti che giungono presso la nostra struttura per problematiche di questo tipo, nella presa in carico è previsto il coinvolgimento oltre che della famiglia, anche della scuola frequentata, con colloqui ricorrenti con gli insegnanti, proprio per il ruolo della scuola nella vita dell’adolescente. Molte scuole del nostro territorio si sono organizzate per avere a disposizione degli studenti lo psicologo all’interno dell’istituto, con ricaduta positiva per gli stessi ragazzi".