Pd-Fdi, polemica social. E’ scontro sui "troll"

Il consigliere regionale Fantozzi ribatte al gruppo dem in Regione. ”La vostra raccolta firme permette registrazioni multiple con nomi di fantasia”

Vittorio Fantozzi solleva una polemica social con il gruppo regionale del Pd

Vittorio Fantozzi solleva una polemica social con il gruppo regionale del Pd

Lucca, 20 agosto 2023 - Pd-Fdi, la polemica corre sul filo dei social. Scambio di bordate tra un profilo Facebook dove i consiglieri regionali del Pd raccolgono firme a favore del salario minimo e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi. Quest’ultimo, tirato in ballo per le scarse informazioni che presenterebbe il suo profilo, risponde per le rime. "Rispondendo a un commento, i consiglieri regionali della Toscana del Pd, così è riportata la dicitura della pagina Facebook che tratta della raccolta di firme sul salario minimo – dice Fantozzi – ‘bacchettano‘ la persona che scrive con l’affermazione che ‘il suo profilo personale è dubbio perché privo di qualsiasi informazione personale e di foto, insomma, un cosiddetto troll‘. La questione è interessante, perché intanto riguarda una raccolta di firme che autorevoli giornali stanno smascherando come poco attendibile, perché permette registrazioni multiple anche con nomi di fantasia".

Nei giorni scorsi, il quotidiano Libero ha addirittura firmato più volte con nomi tratti dai fumetti e dal mondo dello spettacolo generando un putiferio sulla reale attendibilità delle firme. "Agli amici consiglieri del Pd – prosegue Fantozzi – bisogna dire che intanto, prima di guardare in casa d’altri, bisognerebbe lo facessero in quella propria. Sono infatti sempre di più i commenti orientati a sinistra e riconducibili a posizioni del Pd che vengono emessi da profili quantomeno sospetti se non evidentemente fasulli. Sicuramente avviene nel mio collegio, a Lucca, in Valdinievole e credo che sia una prassi consolidata ovunque". Fantozzi, nelle convinzione che non solo a sinistra accada, propone una linea di azione che impedisca l’ulteriore inasprimento della dialettica civile e politica.

"Perché non fare una proposta insieme – suggerisce – per estendere le procedure delle piattaforme dei giochi online anche a tutti i social network? Semplicemente chiedere, all’atto dell’iscrizione, di inviare un documento di identità. Oggi con gli smartphone, basta fare una fotografia e il gioco è fatto. Un passaggio semplice, per ovviare a un problema sempre più grave e che aumenterebbe la soglia di sicurezza anche per truffe, pedofilia e tanti altri reati basati sulla mistificazione della propria identità, anche sociale. Con poco, lo facciamo, quantomeno lo proponiamo. Amici consiglieri regionali del Pd, ci state?".