Suo figlio muore in Africa ma la donna non ha soldi per la valigia. Colletta dei commessi

Ragazza nigeriana in difficoltà. Bel gesto dei dipendenti di Fanucchi

Fanucchi ha aperto nel 1929: vende elettrodomestici e articoli da regalo

Fanucchi ha aperto nel 1929: vende elettrodomestici e articoli da regalo

Lucca, 6 ottobre 2018 - In pochi minuti è stata raccolta la somma necessaria per aiutare una persona in un momento di difficoltà. Poi si è scatenato un tam tam mediatico di cui i protagonisti avrebbero fatto volentieri a meno, guidati dall’istinto di solidarietà. E’ successo a Porcari, allo storico (aperto dal 1929), negozio di elettrodomestici e articoli da regalo Fanucchi. Una donna trentenne non residente, originaria della Nigeria, molto conosciuta in paese, di solito sorridente e allegra, si è presentata triste all’interno dell’esercizio commerciale perché tempo fa le era stata messa da parte una valigia. La ragazza, in lacrime, ha spiegato che uno dei figli rimasto in Africa per sottoporsi ad un’operazione era morto e che avrebbe dovuto partire ma non sapeva come fare ad acquistare il bagaglio.

Una tragedia che ha colpito tutti, clienti e dipendenti. «Non ero presente, i colleghi si sono preoccupati, pensavano stesse male – spiega l’ex primo cittadino Alberto Baccini – invece ha raccontato che un figlio era deceduto per le conseguenze di un intervento chirurgico. Un dramma che ha addolorato tutti. Abbiamo in passato sempre cercato di aiutarla».

Baccini svela poi il retroscena più dolce, quello della immediata sensibilità: «A quel punto mi hanno raccontato che commesse, persone che erano arrivate a fare acquisti, hanno organizzato in pochi minuti una colletta che ha raccolto la somma necessaria per comprare la valigia. Un gesto che fa bene alla nostra comunità e che dovrebbe rappresentare la normalità a livello umano». Insomma, una bella notizia. Su facebook si è divulgata in pochi attimi. Uno è del sindaco, Leonardo Fornaciari: «Sono convinto che Porcari sia una comunità che ha sempre creduto nei valori dell’accoglienza e dell’umanità. Siamo la capitale del lavoro, crocevia di tanta gente, luogo dove si arriva e da cui su riparte. Ma in cui non ci si aliena. Anzi, dove si può vivere bene, come dimostrano le tante famiglie che hanno deciso di fissare qui la loro residenza. Un luogo, insomma, dove la dimensione della familiarità esiste ancora e dove non si è perso il senso dell’umanità, in un momento storico in cui pare regni invece l’egoismo. Grazie a queste persone siamo orgogliosi del nostro paese, che come sindaco sono felice di rappresentare».