Fallita la Papergroup, debiti a quota 72 milioni. Choc per i 147 lavoratori

Una fine annunciata dopo il no al concordato

gli avvocati Gaetano Anastasio, Mario Andreucci e il commercialista Riccardo Della Santina

gli avvocati Gaetano Anastasio, Mario Andreucci e il commercialista Riccardo Della Santina

Lucca, 19 luglio 2018 - Cronaca di una morte annunciata, ma non per questo meno tragica. Il tribunale ha infatti decretato il fallimento della società Papergroup Spa, con sede amministrativa e centro direzionale a Carraia e stabilimenti a San Gennaro e Coselli, nominando curatore il ragioniere Franco Della Santa (già commissario giudiziale) e fissando al 5 marzo 2019 l’assemblea dei creditori. Il de profundis dell’azienda cartaria era purtroppo nell’aria e praticamente scontato dopo che i giudici avevano respinto la proposta di concordato presentata nei mesi scorsi e anche la successiva richiesta di proroga, mentre la procura stessa aveva avanzato istanza di fallimento per il grave stato di insolvenza.   Il crac della Papergroup, il cui presidente del Cda è l’imprenditore pesciatino Valerio Vamberti, mette a rischio il destino dei 147 dipendenti dell’azienda, affidata in affitto dal dicembre scorso alla Tissue Tech per 5 anni. In ansia anche una sessantina di addetti che gravitano nell’indotto. Cosa accadrà adesso? Gli scenari sono quelli di una vendita all’asta fallimentare del tribunale, dall’esito a dire la verità piuttosto incerto. Esisteranno compratori italiani o europei disposti a investire?   Ai giudici non è piaciuta l’ipotesi di concordato curata dagli avvocati Gaetano Anastasio, Mario Andreucci e dal commercialista Riccardo Della Santina, che prevedeva una continuità per la Tissue Tech con pagamento dei debiti nell’arco complessivo di sedici anni e impegno all’acquisto dell’azienda stessa, i cui termini non erano stati peraltro precisati. Il tutto mentre Papergroup versava in condizioni economiche ancora pesantissime: un debito che al momento della domanda di concordato era a quota 72 milioni di euro, superiore ai ricavi lordi 2017, appostati in bilancio per 64 milioni. Secondo i giudici, l’attività aziendale era proseguita solo grazie al mancato pagamento dei debiti erariali e previdenziali per oltre 24,5 milioni di euro e utilizzando il fondo destinato al pagamento del tfr per 1 milione e 828mila euro.    Intanto dopo la firma dei verbali di conciliazione è stata approvata dal tribunale l’intesa con i sindacati che prevede 24 esuberi su 38 previsti, tra ricollocamenti, uscite volontarie e incentivi all’esodo.