"La via di uscita è la messa in discussione degli assetti attuali: è arrivato il momento: per la Lucchesia rimane centrale che per l’acqua ci sia un ambito lucchese".
Luca Menesini, ex presidente della Provincia nonché ex sindaco di Capannori dove attualmente presiede il consiglio comunale, ribadisce la necessità di un ambito unico provinciale per la gestione delle acque (attualmente, come noto, ce ne sono addirittura tre con la lucchese Geal a un passo dalla scadenza della concessione). Menesini rilancia l’ipotesi che sul tema dell’acqua si vada oltre gli schieramenti, si percorra la via del trasversalismo, come accaduto nei giorni scorsi proprio a Capannori, per salvaguardare una delle risorse storiche del territorio, ponendo fine ai propositi di multiutility con governi sganciati di fatto dalle realtà locali. Senza risparmiare frecciate al sindaco di Lucca Pardini.
Perché è contro l’ipotesi di far confluire Acque in una multiutility quotata in borsa?
"Perché non è la scelta che abbiamo fatto: i comuni lucchesi e pisani di Acque hanno scelto per una azienda in house terminata la gestione mista. Serve la gestione pubblica e su questo a un certo punto è arrivato il cavallo di Troia dell’Empolese che ha portato dentro Alia. In questo contesto di riorganizzazione legittima della multiutility serve il rispetto della volontà dei sindaci e della volontà dei territori che si esprime attraverso i primi cittadini. E’ anche una questione di rispetto della volontà democratica".
Cosa è successo a Capannori dove sul tema dell’acqua Pd, Lega e Forza Italia votano insieme?
"Intanto va sottolineato come a Capannori, anche nella precedente consiliatura, il centrosinistra è unito e convinto della necessità di un superamento dell’attuale gestione a favore di una gestione in house anche per rispetto all’esito del referendum del 2011. Questa posizione ha trovato la convergenza politica di Lega e Forza Italia e di questo sono molto contento. Non ci sorprende, visto che la nostra posizione in Acque è stata portata avanti anche con il sindaco di Pisa che come noto è di un altro schieramento. Come non ci sorprende la posizione ambigua di Fratelli d’Italia che è invece più incline a altre soluzioni".
La mozione ritiene sia replicabile altrove?
"Potrebbe avere un senso ovunque, penso anche in consiglio provinciale, il servizio pubblico locale è una questione che sarà al centro dei prossimi 20-30 anni e non ha senso che venga cambiato tutto ogni volta che c’è un cambio alla guida politica. Oltretutto, per Lucca stiamo parlando di una risorsa importante, vedo con favore cercare la trasversalità per il bene dei territori".
E’ l’ennesima puntata dello scontro secolare tra Firenze e dintorni contro l’area della costa?
"E’ in corso uno scontro-confronto tra due modelli dove la costa esprime esperienze positive e significative e la zone centrali hanno fatto scelte di tipo diverso. Sia nella costa che nel fiorentino sono scelte dei sindaci e dunque delle popolazioni: serve rispetto e dignità sono fondamentali, altrimenti lo scontro è inevitabile e la prova di forza rischia di essere arroganza".
Quali soluzioni vede?
"La via di uscita è la messa in discussione degli assetti attuali: è arrivato il momento. Del resto, sono assetti che hanno oltre 20 anni, quando scadranno tutte le concessioni si arriverà a 30 e la prossima legislatura regionale deve lavorare su questo e per la Lucchesia rimane centrale ci sia un ambito lucchese: è un punto di forza strategico. In questo senso, la posizione del Comune di Lucca mi pare sia da attendisti più che da protagonisti".
Ovvero?
"E’ in corso una farsa alla fine della quale si dirà: ’Ci abbiamo provato, ma siamo dovuti entrare in Gaia’. Ovvero la scelta che era stata decisa qualche anno fa, ma la predestinazione è la morte della politica".
Ecco, allora facciamo un gioco: diventa sindaco di Lucca per un giorno, come risolve la questione di Geal?
"Non lo sono".