REDAZIONE LUCCA

L’Università lucchese e la sua breve vita

Non c’è da stupirsi. A volte basta la parola e in questi casi, l’atto di approvazione ufficiale per potersi fregiare...

Non c’è da stupirsi. A volte basta la parola e in questi casi, l’atto di approvazione ufficiale per potersi fregiare di un titolo, senza mai poi volerlo effettivamente mettere in pratica. Fu così per la tanto agognata università lucchese, lo "studium generale" come si chiamava allora, croce e delizia di ogni stato, simbolo di prestigio e di grande valore culturale, ma anche inevitabile centro di formazione di nuove menti, aperte sempre più al cambiamento che, spesso, poi, si trasformavano in rivoluzionarie.

Fu questo tormento tra buoni propositi e cattivi pensieri che tenne in scacco per secoli la grande opportunità concessa dall’imperatore-liberatore Carlo IV di Boemia, con tanto di approvazione papale, alla "sua" città Lucca nel 1369 all’indomani della liberazione da lui compiuta dal giogo pisano, da una dittatura che l’aveva messo in ginocchio per un ventennio. Un dono prezioso che però nessuno volle mettere in pratica. Troppi i rischi di veder di nuovo piombare la città in una guerra civile o, peggio ancora, allevare in grembo i futuri nemici. Infatti, il privilegio imperiale di dar vita ad un’università spettava a poche città, elette, quelle gradite all’imperatore, che diventavano il ricettacolo di tutti i rampolli di famiglie nobili delle altre città italiane, spesso nemiche di Lucca.

I lucchesi preferirono tenere lontani i pericoli e le contaminazioni, per assicurare alla propria Repubblica una lunga vita, per questo non sorprende che preferissero mandare i giovani destinati ad una carriera "politica" a formarsi a Bologna dove fu istituita, anche una specie di borsa di studio per i più meritevoli ed un collegio dove ospitarli. Si dovettero aspettare quattro secoli perché, una mutata situazione politica, con la Repubblica di Lucca ormai agonizzante e incapace di trovare idee e forze nuove al proprio interno, affinché il progetto di una Università in città prendesse campo. Varata una prima riforma scolastica, nel 1788, nei locali dell’ex Collegio dei Canonici Lateranensi di S.Frediano, oggi semplicemente Real Collegio, prese forma l’Università con tre facoltà: legge, fisico-matematica e medico-chirurgica.

Ci volevano cinque anni per conseguire la laurea in legge; sei invece per la Facoltà Medico-Chirurgica la cui laurea veniva assegnata dal direttore della pubblica istruzione e cinque anche per la Facoltà Fisico-Matematica. La riforma fu potenziata dalla principessa Elisa e definita dalla duchessa Maria Luisa nel 1819 con la creazione del Liceo Reale, nel Palazzo Lucchesini, oggi sede del Liceo Classico, con ventisette cattedre, associata ad un Gabinetto di Fisica, all’Orto Botanico e all’Osservatorio Astronomico di Marlia. Un impulso importante per la città che però durò il breve volgere delle sorti del Ducato che, appena finito sotto le grinfie granducale, fu privato di ogni beneficio e privilegio, vedendo declassata la propria università al rango di semplice liceo o studio superiore.