Spalletti parla di partita trappola "Lo Spezia sa come stare in campo"

Guai a fare discorsi di vittoria facile: "Dobbiamo concentrarci su un match importantissimo e difficile in un campo ostico"

Il tecnico del Napoli Luciano Spalletti (nella foto), ex capitano delle Aquile nella seconda metà degli anni ‘80 (120 presenze), ha messo in guardia i suoi uomini dalle insidie del match odierno contro gli uomini di Gotti: "La partita trappola esiste se facciamo discorsi di vittoria facile. Ho sentito parlare che lo Spezia ha messo nel mirino il match successivo contro l’Empoli, in realtà alla formazione bianca interessano punti salvezza che probabilmente merita per la storia del club e della città, perché io lì ci sono stato e so quanto tempo dedicano alla loro squadra. Noi dobbiamo concentrarci su un match importantissimo e difficile in un campo ostico". Un passaggio alla sua esperienza spezzina Spalletti lo ha fatto parlando anche di Nicola Peragine, suo ex compagno di squadra allo Spezia (ora vive a Napoli), con cui sfidò il Napoli di Maradona nel 1989 a Livorno: "Peragine è stato un grande compagno di squadra, con lui abbiamo passato momenti molto belli che resteranno nella storia del calcio spezzino". Sollecitato sulle misure piccole del ‘Picco’, Spalletti ha replicato: "Non so delle misure del campo ma siamo abituati. La difficoltà arriveranno, come ha detto Di Lorenzo, dalle qualità dello Spezia, una squadra che sa come stare in campo. Gli Aquilotti sono bravi a palleggiare, nella fase di possesso hanno giocatori molto tecnici e veloci, sanno guadagnare terreno velocemente andando ad attaccare gli spazi dietro la linea difensiva, dovremo essere attenti nelle preventive. Hanno preso anche un attaccante veloce come Shomurodov". A corollario il popolare ‘Lucio’ ha rimarcato il momento vissuto dalla sua squadra: "Ci vuole la consapevolezza che solo i risultati sono capaci di scrivere la storia. Nessuno di noi all’inizio del torneo ha scritto che alla fine del girone di andata avremmo avuto cinquanta punti, di strada da fare ce n’è ancora tantissima".

Fabio Bernardini