Nikolaou: "A Spezia mi sento come a casa"

"La sua gente l’ho nel cuore. I diecimila del ’Picco’ valgono i trentamila di un altro stadio. Nel nostro fortino è dura per tutti"

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di Fabio Bernardini

"Mi sento un ‘uomo-Spezia’, è poco più di un anno che sono in riva al Golfo, ma è come se vivessi qui da tanto tempo".

Sarà per la bellezza della città e dei suoi dintorni, per la meraviglia del mare o per la passione della gente, certo è che al 24enne Dimitrios Nikolaou quando gli si parla di Spezia e della sua gente gli occhi si illuminano: "Qui mi sento a casa, questa città e il popolo spezzino mi sono entrati nel cuore".

Nikolaou, partiamo dallo scorso agosto quando la sua partenza, in primis la Fiorentina, pareva imminente. Come ha vissuto quei momenti?

"Non è stato semplice ma neanche complicato. Ovviamente anch’io sentivo e leggevo ciò che si diceva riguardo la mia possibile partenza, ma non mi sono fatto influenzare nel lavoro quotidiano perché ho continuato a dare il massimo, lavorando a testa bassa. Alla fine non è successo niente e sono ben felice di essere rimasto a Spezia. Qui non mi manca niente, sono felice, questi luoghi e le persone che vi abitano mi sono entrati dentro".

In effetti ha instaurato un ottimo rapporto con la gente spezzina, lo si nota nei suoi atteggiamenti prima, durante e dopo le partite.

"Sono una persona con un carattere caldo, mi piace girare per Spezia e parlare con le persone, è solo un anno che sono qui ma è come se ci fossi da tanto tempo. Dal primo istante che sono entrato al ‘Picco’ ho avvertito sensazioni forti. Il popolo aquilotto è al nostro fianco, lo si percepisce in ogni istante, io gioco anche per i nostri tifosi che sono lì con noi. Il pubblico del ‘Picco’ è caldo come piace a me".

Il direttore sportivo Angelozzi ha affermato che ottomila tifosi aquilotti ne valgono sedicimila in un altro stadio. Che ne pensa?

"Sono d’accordo con lui, i diecimila del ‘Picco’ equivalgono ai trentamila di un altro stadio. È dura per gli avversari giocare nel nostro fortino, ve lo assicuro. Il nostro ‘catino’ è un’arma in più per noi. Cerchiamo di sfruttarlo al massimo. I risultati, in tal senso, non mentono".

Da Motta a Gotti, non cambia la fiducia nei suoi riguardi: 36 le partite disputate con il tecnico italo-brasiliano, sette le gare giocate nell’attuale torneo, tutte da titolare.

"Due ottimi allenatori. Con Gotti mi sto trovando molto bene, ci invita a non accontentarci mai, ad andare sempre al massimo".

I Platek?

"Stanno facendo il massimo per far crescere la squadra, sentiamo la loro vicinanza".

Il neo direttore generale dell’area tecnica Macia ha posto come obiettivo il consolidamento dello Spezia nella parte sinistra della classifica. Le piacerebbe contribuire a questo traguardo?

"Ciò che ha detto Macia è quello che vogliamo tutti, ma in questo momento dobbiamo pensare al presente e dare il massimo per salvare la squadra. L’inizio di campionato è buono, avanti così".

Le sue ambizioni?

"Migliorare ogni giorno per arrivare a giocare ad alto livello in Champions League".

Deluso dalla non convocazione della Nazionale greca?

"La Nazionale è il mio sogno. Io sto giocando in Serie A, uno dei campionati più forti del mondo, voglio cercare di capire il motivo per la mancata convocazione".