Sparatoria a Spezia. L’abbraccio tra marito e moglie ha innescato la furia dell’omicida

Nuovi retroscena nel delitto di piazzale Ferro

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

A destra l'omicida, Francesco Ruggiero. A sinistra la vittima, Vincenzo D'Aprile

La Spezia, 16 marzo 2019 –  L’aveva inseguita e marcata stretta con la Fiat 500 presa a noleggio nel timore che andasse incontro a dei problemi. «Sapevo che doveva incontrare il figlio col quale non aveva rapporti da due anni e che l’incontro era stato organizzato dall’ex marito. Ero preoccupato per lei...» ha spiegato al giudice Mario De Bellis Francesco Ruggiero, nell’interrogatori di garanzia da detenuto, prospettando lo scenario dell’amico premuroso nei confronti di Nicoletta Novelli, minimizzando la portata sentimentale della pregressa e breve relazione (lo scorso mese di dicembre) sotto lo stesso tetto a Ponzano Magra.

«Ero solo intenzionato a proteggerla in caso di necessità» ha detto al gip, affiancato dall’avvocato difensore Maria Concetta Gugliotta. Il problema è che aveva con se la pistola Glock calibro 9 (che avrebbe potuto trasportare solo per percorrere la strada per andare al poligono di tiro Sarzana), che l’aveva avvolta in un asciugamano per occultarla. La tragedia è che con essa ha sparato cinque colpi, tre dei quali hanno colpito Vincenzo D’Aprile, uccidendolo, davanti agli occhi dei figli e della moglie alla quale si era riavvicinato. A questa circostanza si ancora l’aggravante della premeditazione dell’omicidio che, se riconosciuta, potrebbe portare il maresciallo dell’Aeronautica alla condanna all’ergastolo. Ciò anche in relazione allo scenario del presunto investimento, o tentativo di investimento di D’Aprile che, secondo la rappresentazione che le avrebbe fatto in passato la moglie, la maltrattava.

L’esatta dinamica dei fatti e dei retroscena è ancora lontana dalla ricomposizione affidata, fra l’altro, agli accertamenti tecnici in corso (autopsia e perizia balistica); ma già dall’esame medico legale, in attesa della ricostruzione sulla traiettoria dei colpi, emerge un dato inconfutabile: l’assenza di lesioni da investimento. Questo fu evitato da D’Aprile? Ruggiero voleva solo colpire l’auto, come è successo? Di certo la molla scatenante del progress di azioni che ha portato all’esplosione dei colpi di pistola è stata la scena dell’incontro fra D’Aprile e la moglie, una volta scesi dalle rispettive auto. Fra di loro ci sono stati baci e abbracci. Il tarlo della gelosia, secondo gli inquirenti che ragionano su base indiziaria, a quel punto ha trasformato il maresciallo in un assassino. Lui sostiene, invece, che ha sparato perché si è sentito minacciato. Lui sostiene si aver sparato tutti i colpi posto sul sedile della Fiat 500. Ci sarebbe una testimonianza che lo posizionerebbe fuori dell’auto con la pistola in mano. Ci fu il colpo di grazia? La risposta è affidata agli esiti dell’autopsia condotta dall’anatomopatologa Susanna Gamba, presenti i consulenti dell’indagato e delle parti offese (i figli di D’Aprile): 60 giorni per il deposito della relazione. Un primo elemento certo: il colpo letale è stato uno, ha centrato D’Aprile nei pressi dell’ala della clavicola sinistra, la sua direzione era dall’alto verso il basso.

Corrado Ricci