
Una volta lo "Zecchini" era diventato un fortino; ora, invece, lo stadio è diventato un colabrodo dove anche squadre non eccezionali riescono a portare via i tre punti. Una curiosità: il Grosseto è ultimo in classifica con 0 punti a pari con la Orvietana che lo ha eliminata in Coppa Italia. E’ chiaro che in tre giorni il nuovo allenatore Liguori non ha potuto fare molto se non confermare, grosso modo, l’undici del suo predecessore. Una squadra, quella battuta dal Città di Castello, che ha evidenziato i soliti limiti: uno schieramento con poca lucidità che si affida ad inutili lanci lunghi e a cui manca il necessario "filtro": reparto difensivo incerto, subisce troppi gol ed anche un po’ nervoso con già due espulsioni. Centrocampo quasi inesistente, reparto offensivo, nonostante le tre punte, poco incisivo. L’unica nota positiva il giovane Rotondo autore già di due gol. Noi crediamo che oltre al "blocco psicologico", che molte volte diventa un alibi, il vero problema è che questa squadra è senza qualità ed è stata assemblata in maniera sbagliata. Tutti errori che vengono dal passato della società del presidente Nicola Di Matteo, a cominciare da un inutile ritiro, ma che li sta scontando l’attuale società del presidente Salvatore Guida. Ora ci sono dieci giorni di sosta (il Grosseto torna in campo mercoledì 28 a Ponsacco dove ritrova il ds Bicchierai) durante i quali dovrebbero arrivare 3-4 giocatori di qualità dal mercato degli svincolati. Speriamo bene, ma, consentiteci, siamo scettici.
Paolo Pighini