Tragedia all’Argentario C’è il secondo indagato

Omicidio colposo aggravato e danneggiamento con pericolo di naufragio. La Procura oltre al comandante danese iscrive nel registro anche Manzo

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C’è un secondo indagato per l’incidente in mare avvenuto sabato sera nel canale dell’Argentario: si tratta dei due conducenti delle imbarcazioni, Fernando Manzo che dalle prime ricostruzioni era al timone della barca a vela, la "Vahinè" e , Per Horup, che era al timone dello yacht a motore, "Bibiblù". Le due imbarcazioni si sono scontrate in mezzo al mare, nel canale tra l’Isola del Giglio e il Monte Argentario. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio colposo aggravato e danneggiamento con pericolo colposo di naufragio. "Si tratta di un atto dovuto, in considerazione della necessitò di dover esperire accertamenti anche di natura irripetibile". Lo spiega la Procura di Grosseto che, a tre giorni di distanza, ha diffuso una nota sull’incidente che è costato la vita ad Andrea Giorgio Coen, 59 anni, gallerista di Biella da anni residente a Roma mentre è tuttora dispersa Anna Claudia Cartoni, ex ginnasta romana di 60 anni, le cui ricerche proseguono. Sulla dinamica degli eventi, aggiunge la Procura che coordina gli accertamenti della capitaneria di porto di Porto Santo Stefano, "sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti e non è possibile ipotizzare una prima ricostruzione attendibile dei fatti. Al riguardo, si evidenzia che non risultano, allo stato, elementi circa la possibilità di utilizzo, da parte di uno dei natanti, del cosiddetto pilota automatico", ipotesi emersa nei giorni scorsi con riferimento allo yacht a motore. "Parimenti, al momento – prosegue la nota della procura – non risulta che nessuno dei due conducenti fosse in stato di alterazione da sostanze stupefacenti o alcoliche al momento del sinistro".

"Nei prossimi giorni – conclude la nota – sarà effettuato l’esame autoptico dell’uomo deceduto e nel frattempo proseguiranno le indagini di polizia giudiziaria condotte dai militari della Guardia Costiera di Porto Santo Stefano sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica di Grosseto".

Matteo Alfieri