Le mutande dei ristoratori stese in piazza

Partecipato e animato flash-mob ieri mattina in centro. Trecento titolari di locali enogastronomici hanno gridato la loro rabbia

Protesta dei ristoratori

Protesta dei ristoratori

Grosseto, 10 aprile 2021 -  Mutande appese in piazza Dante. Sono quelle dei ristoratori maremmani che ieri mattina si sono ritrovati per l’ennesima volta nel centro del capoluogo di provincia per gridare forte la loro disperazione dopo sette mesi di chiusura forzata. Un flash-mob organizzato insieme a Confartigianato, associazione che ha preso a cuore le istanze del gruppo spontaneo di ristoratori di Grosseto e provincia fino a oggi privi di una rappresentanza sindacale specifica. Una considerazione, quella di Confartigianato, offerta in punta di piedi. Una ’messa a disposizione’ per poter aiutare i piccoli imprenditori delle diverse categorie economiche ad avere una visibilità maggiore e a conseguire l’obiettivo di confrontarsi in maniera diretta coi decisori politici che per un cittadino qualsiasi è molto difficile raggiungere quando non si è in campagna elettorale. Tanto è vero che dopo la manifestazione di piazza, Confartigianato ha organizzato un incontro tra una delegazione degli stessi ristoratori maremmani e i parlamentari e i consiglieri regionali eletti in Maremma. Una occasione per dire nel muso a chi è chiamato a prendere le decisione di cosa, il settore della ristorazione ha bisogno; adesso e non tra tre settimane.  

La manifestazione di piazza di ieri mattina ha visto una partecipazione straordinaria di ristoratori arrivati da ogni parte della provincia. È stata una piazza molto più gremita di quella dell’ultima volta, quando gli stessi titolari di ristoranti o pizzerie o bar si ritrovarono all’ombra di Canpaone. Anche ieri non c’erano solo i ristoratori. Presenti pure parrucchieri, estetiste e titolari di palestre. "Ogni giorno di chiusura un più è una sassata che ci arriva addosso – ha esordito Massimiliano Pepi, de ’Gli Attortellati’ di Grosseto – Non ce la facciamo più, e non è un discorso di profitto. Ormai al profitto dobbiamo rinunicare anche per questo 2021. E’ un discorso di vita o di morte. Non possiamo più aspettare nemmeno un giorno. Ogni mattina che apriamo gli occhi potrebbe essere l’ultima. Sono mesi che ci dicono di aspettare perché stanno vedendo, stanno studiando. Invece passano le settimane e non si vede nulla. Adessoon chiediamo più incontri, ma soluzioni. Subito. Ora". In piazza i tanti ristoratori presenti applaudono e gridano a ogni passaggio più significativo delle diverse arringhe in scena proprio sotto a Leopoldo II. In questa piazza posono parlare tutti, liberamente. Supportati anche dal sostegno di Confartigianato Grosseto presente con tantissime bandiere blu.  

«Non devono chiamarli ristori o sostegni – afferma un ristoratore – devono chiamarli ’rimborso danni’, perché di questo si tratta. Ci hanno fatto dei danni e adesso devono pagare. Se non hanno i soldi allora ci devono riaprire. E devono farlo da domani, non tra due mesi. Non ci arriviamo a giugno, muoriamo prima". "Ho resistito finché ho potuto, mi sono adeguato, ho ridotto il numero di coperti e nonostante questo non posso ancora lavorare, è una vergogna" urla un altro piccolo imprenditore. Un manifestante si impossessa del megafono per dire: "Hanno detto che a Roma, l’altro giorno, abbiamo usato violenza contro le forze dell’ordine e non è vero; piuttosto è vero che sono 7 mesi che noi subiamo violenza dallo Stato".