Progetto di socializzazione. La biblioteca con i libri viventi. Lo scegli e poi ascolti la storia

Si chiama "Human Library" e invece di leggere un volume sarà una persona a raccontare la sua vita

Progetto di socializzazione. La biblioteca con i libri viventi. Lo scegli e poi ascolti la storia

Progetto di socializzazione. La biblioteca con i libri viventi. Lo scegli e poi ascolti la storia

Si chiama "Human Library" ed è l’evento che mercoledì alle 16.30 arriverà nella Biblioteca della Ghisa. Già realizzato in passato con la scuola secondaria di primo grado e con il liceo delle Scienze Umane, questa volta il progetto viene proposto a tutti i cittadini che potranno confrontarsi con altre persone attraverso la conoscenza e il dialogo.

La Human Library, la "biblioteca umana" o "biblioteca vivente", prende spunto da un’iniziativa nata in Danimarca nel 2000 e funziona come una normale biblioteca, ma anziché prendere in prestito un libro ci possiamo far raccontare da una persona la propria storia. I libri sono le persone narranti, l’ascolto e l’incontro rappresentano il prestito, l’ascoltatore è il lettore. Il lettore sceglie la persona con cui parlare, si siede di fronte a questa e si dispone all’ascolto, al termine del quale può interagire con domande e opinioni personali.

Nasce dal fatto che di solito non c’è mai il tempo per parlare con le persone, per capire chi veramente siano, per questo le incaselliamo e le giudichiamo più sulla base di un pregiudizio che della conoscenza reale. Stare seduti uno di fronte all’altro, avere un tempo e uno spazio dedicati all’ascolto, avvicina le persone, abbatte la diffidenza, promuove il dialogo. Con la "Human Library" vengono create connessioni per favorire l’empatia, per sospendere il giudizio, per stabilire un contatto con l’altro, per aumentare la conoscenza su realtà che subiscono ogni giorno atteggiamenti di discriminazione. Anche se è difficile cambiare le opinioni più radicate, può essere utile per mantenere una mente più aperta, favorire l’inclusione sociale, superare gli stereotipi.

"Iniziativa già proposta l’anno scorso, incredibilmente vera – dice Claudia Mori (nella foto), direttrice della Biblioteca di Follonica –. In un’epoca in cui è difficile riconoscere l’autenticità nelle storie e nelle persone, in cui si tende a raccontarsi per quello che vorremmo essere più che per come siamo, qui abbiamo l’occasione di ascoltare senza filtri storie di persone speciali. Come i libri fanno uso delle parole per narrare fatti, dolore, sentimenti, emozioni, paure, i narratori e le narratrici, con un coinvolgimento che sarà difficile dimenticare, ci aiuteranno a fermarci per qualche minuto, dandoci finalmente l’opportunità di metterci in discussione e di ritrovare la misura delle cose".