GIOVANNI BOGANI
Cronaca

Le stelle del Saturnia film festival. La ’telefonata’ che vale il premio

Riconoscimento a Barbara Ronchi per "Non riattaccare". "Mi sono preparata come fosse un monologo teatrale"

Riconoscimento a Barbara Ronchi per "Non riattaccare". "Mi sono preparata come fosse un monologo teatrale"

Riconoscimento a Barbara Ronchi per "Non riattaccare". "Mi sono preparata come fosse un monologo teatrale"

Fra gli ospiti del "Saturnia film festival", la manifestazione cinematografica che in questi giorni ha illuminato gli schermi a Saturnia, a Montemerano e a Rocchette di Fazio, c’era Barbara Ronchi. Barbara è forse l’attrice italiana che, in modo più forte e più convincente, si è imposta all’attenzione del pubblico negli ultimi anni. Ha vinto un Nastro d’argento per il film "Rapito" di Marco Bellocchio, ha vinto un David di Donatello per "Settembre" di Giulia Steigerwalt. Dopo tanti anni di teatro, dal cinema Barbara è stata scoperta relativamente tardi: una sorpresa ancora più bella, nel panorama del nostro cinema. Alessandro Grande e Antonella Santarelli, direttore e presidente del "Saturnia Film Festival", la hanno accolta nel festival maremmano. A Saturnia, Barbara è stata premiata per la sua interpretazione nel film "Non riattaccare" di Manfredi Lucibello. Un film girato praticamente tutto dentro un’auto, di notte, con Barbara costantemente in scena, a parlare con un ex fidanzato – la cui voce è di Claudio Santamaria – che sta minacciando il suicidio. Un film delicato, difficile. Che aveva bisogno di un’enorme prova d’attrice. E Barbara la ha regalata a noi spettatori.

"Ho preparato il film come se fosse stato un monologo teatrale – dice –. Ma non ero da sola ad affrontare questa prova: c’era un regista attento come Manfredi Lucibello, c’era una sceneggiatura forte, e c’era questa sfida che mi appassionava da morire. Ho pensato alla troupe (fonico, operatore, tecnici) come al pubblico di un teatro. Recitavo davanti a loro, e mi rendevo conto se le emozioni riuscivano a passare. Quando ho accettato di fare il film, è stata una scelta di pancia, non di testa: è l’istinto che mi ha detto di accettare di fare un film senza rete di protezione, senza un altro attore con cui confrontarsi, ogni istante. Ma sentivo che era un’occasione che non sarebbe più tornata".

Parla anche, Barbara, di questo sbocciare relativamente tardivo della sua carriera nel cinema. "E successo forse più tardi di quanto sognassi: ma è accaduto nel modo che sognavo – dice –. Ho avuto la possibilità di fare tanti film, tanti film di qualità. Sognavo, da piccola, di fare l’attrice, ma mi sembrava una cosa irraggiungibile. Vedevo le attrici sullo schermo, in televisione, e mi sembrava una strada troppo lontana. Poi, un passo alla volta, sono riuscita a fare questo lavoro bellissimo, a realizzare il mio sogno nel cassetto".

Rivedremo Barbara Ronchi alla Mostra del cinema di Venezia, dove è presente – ed è un record – con tre film: "Diva futura" di Giulia Steigerwalt, "Familia" di Francesco Costabile e "Nonostante" di Valerio Mastandrea.