Le "Fughe" di Abati in un colloquio on line

L’ultima fatica letteraria dello scrittore protagonista oggi alle 18 sulla piattaforma digitale di Manni editore. Con lui anche suoi ex alunni

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L’ultima fatica letteraria di Velio Abati si chiama "Fughe" e lo scrittore ha deciso di presentarla attraverso la creazione di un "Colloquio" online, per conservare, seppur a distanza, la convivialità che ha da sempre caratterizzato i "Colloqui del Tonale", rassegna culturale organizzata dall’autore a partire dal 2012. L’evento si terrà oggi, a partire dalle 18 sulla piattaforma digitale di Manni editori e vedrà la partecipazione di alcuni ex alunni del professore Abati (Giulia Baneschi, Federica Cipriani, Martina Covitto, Alessandara Franchi, Beatrice Rossi, Lorenzo Scribani, Sara Starnai e Ilaria Verdi), che attraverso letture e interventi contribuiranno alla presentazione del testo, condividendo le proprie riflessioni e invitando anche i partecipanti ad un confronto vivace. E affidiamo alla penna di una di loro, Ilaria Verdi, la presentazione di questa nuova opera.

"“Fate quello che potete, rubate spazio all’impossibile”. Termina così “Congedo”, una delle prose contenute all’interno della terza pubblicazione di Velio Abati, prosa questa dedicata alla sua lunga e appassionata carriera di insegnante.

Dopo la forza del romanzo epico “Domani” (2013) e la carica lirica del Canzoniere “Questa Notte” (2018), si giunge così a “Fughe”, pubblicato ancora una volta da Manni Editori.

Quest’ultimo libro si presenta come una raccolta di prose eterogenee divisa in due sezioni “Voci” e “Discanto”: nella prima “parla” la collettività nella seconda c’è la durezza della riflessione intellettuale.

L’intera struttura è scandita dall’alternanza tra narrativa e saggistica, forza descrittiva e continuo interrogarsi. Attraverso le prose contenute in “Voci”, i cui titoli corrispondono ai nomi dei protagonisti messi in scena, l’autore descrive momenti della sua vita fatti di volti e memorie, impressi come “fotogrammi” di cui non si spiega molto; rimangono sospesi, tuttavia si intuisce che per qualche motivo hanno giocato un ruolo relativamente importante nella sua formazione di intellettuale e non solo.

E se il tempo sembra correre veloce in questa prima sezione del testo, nella seconda, che porta il titolo di ‘Discanto’, sembra fermarsi alla meditazione critica sul presente, così da rivelarne le “crepe”e le ottusità tramite l’ampio sguardo da intellettuale organico gramsciano. C’è insomma in “Fughe” – chiude così la sua riflessione Ilaria Verdi – un’unica vera dimensione temporale che è quella del “presente” fortiniano, una dimensione d’insieme che ha in sé il passato e il futuro".