Due video per dire che l’arte e la cultura resistono nonostante il Covid

Filmati, sostenuti dal Comune e realizzati dal Centro Danza e da "Gattopicchio"

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"Abbiamo pensato ad un accompagnamento e un sostegno al mondo artistico della nostra città che vada al di là del sostegno economico, pur importante, e serva alle associazioni per mantenere accesa la luce". L’assessore Barbara Catalani spiega così lo spirito che sta dietro ai due video presentati ieri in municipio. Video per mantenere accesa l’attenzione su un settore, quello della cultura e dello spettacolo, penalizzato dalla pandemia e dalle misure del Governo. Progetti coordinati dal Cantiere della Cultura. "È un lavoro di impatto – prosegue Catalani – in cui si sente l’assenza di una quotidianità. Il mondo delle associazioni e delle realtà artistiche non sono solo quelle che organizzano eventi. Eventi che sono la parte finale ma a monte c’è molto di più". L’assessore sottolinea il rapporto e il legame che il mondo della cultura instaurano con la società civile e che coinvolge i giovani. Dunque due video in cui si esprime l’importanza del mondo della cultura. "Un mondo messo ai margini – ha detto Salvatore Acquilino, Cantiere Cultura –. Follonica ha capito che è importante mantenere viva tutta la rete delle scuole di teatro e musica e non solo le grandi istituzioni". I due video, uno realizzato dal Centro Danza di Cristina Riparbelli e l’altro da Laura Scudella, Associazione Gattopicchio, servono, per dirla con le parole di Acquilino, "a mantenere viva l’attenzione e la capacità di continuare a sognare e realizzare i propri desideri". "Per noi – ha detto Cristina Riparbelli – è stato un momento per recuperare il legame con i più giovani che si sono visti togliere le loro attività. Il video è un viaggio scaturito dallo smarrimento che porterà a rincorrere emozioni e guardare a nuovi orizzonti". Il secondo video è quello di Laura Scudella. "Ci sono categorie di persone che non esistono in questa pandemia e siamo noi artisti – dice Scudella –. Il video lo abbiamo fatto il 30 ottobre quando avremmo dovuto andare in scena. Lo abbiamo realizzato sulla spiaggia per dire che ci siamo, che esistiamo, per parlare del disagio delle persone disabili e delle famiglie. Cantiamo un pezzetto di Bella Ciao perchè ci sentiamo un po’ partigiani di questa esistenza".