Grosseto, disabile 82enne: "Lasciata a dormire in stazione". La replica: "Un malinteso"

Costretta su sedia a rotelle la donna invia un esposto all'ad di Trenitalia, al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Regione, al sindaco e al questore

La stazione ferroviaria di Grosseto

La stazione ferroviaria di Grosseto

Grosseto, 21 dicembre 2022 - Senza assistenza e costretta a dormire di notte e fino alla mattina seguente nella stazione chiusa di Grosseto.  È quanto denuncia un'anziana, disabile, residente in provincia di Pisa, che ha inviato un dettagliato esposto all'ad di Trenitalia, al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, alla Regione, al sindaco e al questore di Grosseto.

La denuncia di Gabriella Ciampalini

"La sera del 17 dicembre scorso - scrive la donna, Gabriella Ciampalini, 82 anni, costretta su una sedia a rotelle - alle 22.30 sono scesa a Grosseto dal treno regionale partito da Roma Termini per prendere una coincidenza per  Pisa, come indicatomi dal personale viaggiante del treno regionale sul quale mi trovavo. Ma una volta a terra", afferma la donna, le sarebbe stato "impedito di accedere dal capotreno e da due agenti di polizia, in malo modo, all'Intercity 796 diretto a Torino Porta Nuova perché sprovvista della prenotazione anche se nessuno me lo aveva detto precedentemente".

La notte in stazione

L'anziana e la figlia con cui viaggiava, sarebbero state così costrette a trascorrere la notte lungo una banchina della stazione "senza alcuna assistenza". Solo la mattina seguente, afferma ancora Ciampalini, "il capotreno che mi aveva consigliato di scendere a Grosseto la sera prima, vedendomi ancora in stazione, mi ha fatto rapidamente salire sul suo treno diretto a Pisa, e in partenza alle 6.38, per offrirmi riparo al caldo: per tutta la notte non ho potuto neppure usufruire dei servizi igienici e quindi chiederò un risarcimento per i danni morali subiti". 

La replica dell'azienda

"Trenitalia ha ricostruito i fatti interpellando il personale in servizio quella sera. Fatta la debita premessa che tutto il personale, sia di Trenitalia sia di RFI, è impegnato a rendere universalmente accessibile il servizio ferroviario, ed è quindi formato professionalmente per prestare la massima attenzione alle persone con disabilità, quanto emerge dal racconto non può essere che frutto di un’incomprensione perché non risulta che nessuno abbia impedito alle due protagoniste della vicenda di salire sul treno costringendole a restare in stazione. Di quanto accaduto Trenitalia non può quindi che dispiacersi e, scusandosi con le dirette interessate, effettuare ulteriori approfondimenti. Al momento non risulta comunque né che sia stata richiesta l’assistenza alle persone di ridotta mobilità fornita dalle sale blu di RFI né che il personale di bordo dell'Intercity 796 abbia negato l’accesso al treno, limitandosi a spiegare che il biglietto in loro possesso non era valido per viaggiare sull’Intercity e che tale difformità sarebbe stata comunque regolarizzata a bordo".