"Al porto di Talamone cantieri fuori norma": un esposto in Procura

A presentarlo i consiglieri regionali di 'Si Toscana a sinistra'

Talamone

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Orbetello, 23 maggio 2019 - «Sul porto di Talamone insistono alcuni cantieri che appaiono palesemente fuori norma: in particolare colpisce la gravità di una cospicua attività di rimessaggio, carenaggio, alaggio e pulitura scafi che si trova appena fuori dal perimetro riconosciuto come specchio d’acqua del porto» in cui «si puliscono imbarcazioni, senza che risulti un’autorizzazione per questo tipo di attività, e senza che vi siano le vasche di raccolta, il che genera un evidente danno ambientale». Lo hanno detto i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, spiegando in una conferenza stampa che si è svolta a Firenze, le ragioni di un esposto presentato nelle scorse settimane alla procura di Grosseto. L’attività di questo cantiere, hanno spiegato, «va avanti da almeno una trentina d’anni, ma a noi risulta che il Comune di Orbetello avrebbe rilasciato una concessione solo nell’aprile 2019, dopo le nostre ripetute interrogazioni e sollecitazioni in Regione. In ogni caso si tratta di una concessione che il Comune non potrebbe comunque rilasciare, dato che l’area occupata dal soggetto privato è fuori dal perimetro portuale». Inoltre, hanno aggiunto Fattori e Sarti «le analisi effettuate nello specchio d’acqua del porto hanno portato al rinvenimento di sedimenti inquinati da zinco, ma solo nella zona vicina al cantiere oggetto della nostra denuncia».

Gli esponenti di Sì Toscana a sinistra si dicono preoccupati della situazione generale del porto, in cui si stanno spendendo «600mila euro della Regione e 150mila del Comune di Orbetello, oltre ai 350mila dell’Associazione consortile, per finanziare un dragaggio che riguarda una sola zona specifica dello scalo, antistante a sei pontili gestiti da cinque Srl, mentre è esclusa l’area di maggior interesse pubblico». «Siamo infine preoccupati che sul futuro del porto incomba un vecchio progetto mai realmente abbandonato – hanno proseguito i due esponenti della Sinistra – la creazione di una ‘Marina’ da affidare in concessione ad un gestore unico anzichè ad una pluralità di soggetti, dunque del tutto scollegata dal paese e dalla sua comunità. Non vorremmo che la disinvoltura dimostrata da alcuni proprietari di cantieri fosse dovuta anche all’arretramento complessivo da parte delle istituzioni. Mentre la Procura della Repubblica condurrà i suoi accertamenti, vorremmo che Arpat, in quanto Agenzia regionale, verificasse e confermasse la presenza di inquinanti. E chiediamo – concludono Fattori e Sarti – che il futuro del porto venga deciso coinvolgendo i cittadini e le associazioni ambientaliste».