Volley A1 femminile. Rondinella, c’è Gutili in panchina. E lo Scandicci conferma Ventrice

Tre protagonisti ’improbabili’ mettono la firma sulla qualificazione alla finale

Rondinella, c’è Gutili in panchina. E lo Scandicci conferma Ventrice

Rondinella, c’è Gutili in panchina. E lo Scandicci conferma Ventrice

FIRENZE

Verrebbe quasi da scomodare la nota parabola biblica del vignaiolo (che ricorda come, un giorno, gli ultimi diventeranno i primi) se non fosse che Nzola, Beltran e Terracciano proprio ultimi non lo sono mai stati. Per quanto, per motivi diversi, siano finiti nel corso di questa stagione più volte nel mirino della critica. Questione di testa, di un ruolo non congeniale oppure - nel caso del portiere - di qualche errore di troppo. Sta di fatto che se la Fiorentina per il secondo anno di fila si troverà a giocare la finale di Conference gran parte del merito lo deve alla sua classe operaia, ovvero a quegli elementi che dopo un periodo di burrasca si sono ripresi attraverso il duro lavoro la copertina. Una prima pagina che contiene un biglietto di sola andata per Atene.

Tanto strana quanto bella la storia che ha riguardato nelle ultime tre settimane l’attaccante angolano: finito ai margini per problemi personali (ma non è escluso che possa aver inciso qualche ritardo agli allenamenti), negli ultimi 114’ in campo spalmati su tre gare - le due col Bruges e quella col Verona - l’ex Spezia ha messo a referto un gol, un assist e si è procurato il rigore decisivo per la qualificazione europea. A colpire, in particolare, è la testa con la quale Nzola è entrato in campo nelle sfide in cui è stato chiamato a dare il suo contributo a partita iniziata: un linguaggio del corpo che ha certificato la sua voglia di sentirsi finalmente importante per un gruppo che lo ha aspettato a lungo. E chissà che il novello mister Wolf - colui che risolve i problemi viola - non possa riscrivere grazie a queste prestazioni un futuro a Firenze che sembra già scontato.

Diverso è il discorso legato a Terracciano, uno che il campo non lo ha quasi mai lasciato (da dopo l’infortunio di Christensen a inizio anno nuovo ha giocato venti gare di fila): finito sul banco degli imputati per i recenti gol subiti da Koopmeiners e da Thiago, nella serata delle Fiandre ha riassaporato dopo tanto tempo la sensazione di poter essere decisivo come più volte gli è capitato in passato. La parata al 95’ con cui ha evitato il gol di Vanaken ha ricordato l’intervento miracoloso col quale due anni fa l’ex portiere dell’Empoli evitò nel recupero il ko contro il Twente nei playoff di Conference. Un gesto tecnico alla Zoff che avrà reso felice il suo preparatore Savorani, la persona alla quale Terracciano deve tutto (o quasi) per i miglioramenti evidenziati in questa stagione.

Ovvero quelli che, a partire dalla prossima stagione, sarà chiamato a fare Lucas Beltran, che tuttavia in quanto a personalità ha già da insegnare a molti. Probabilmente persino a un big come Gonzalez: la freddezza con cui il Vikingo si è assunto il rischio di battere il rigore-qualificazione a centimetri dai supplementari non solo è stata premiata ma ha consegnato idealmente all’argentino il titolo (fin qui) di capocannoniere viola in Conference. E adesso, dopo 531’ di digiuno, Italiano si attende i gol dell’ex River anche in campionato.

Andrea Giannattasio

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