Sbagli individuali pagati carissimi: stress collettivo?

Sono tante le partite decise da errori dei singoli. Un po’ di sfortuna, ma non può essere solo un caso

di Angelo Giorgetti

Pochi punti ultimamente, zero in tre partite per essere fiscali, in compenso gli errori individuali sono stati tanti e (come dice Italiano) "questo è un momento in cui la Fiorentina li paga tutti". Per la serie non è un gran periodo, le sconfitte consecutive sono quattro sommando anche il ko in coppa Italia: due gol segnati, nove subiti.

Il tema degli errori individuali però deve essere analizzato perché – al di là delll’amarezza dei singoli e del collettivo – può essere il sintomo di un superuso mentale, oltreché fisico. Breve riassunto degli "errori fatali" degli ultimi 70 giorni, prima di ragionare sui motivi che possono averli deteterminati.

In Sassuolo-Fiorentina 2-1 (26 febbraio) gli emiliani segnano al 94’ con Defrel. Nella circostanza Quarta se lo perde al confine dell’area piccola dopo un mezzo inciampo. In coppa Italia la semifinale di andata fra Fiorentina e Juventus (2 marzo) si decide al 91’ per un autogol di Venuti, ma le responsabilità sono da condividere con altri compagni (Sottil-Biraghi) che offrono troppa libertà a Cuadrado, specializzato nei traccianti bassi che bucano l’area di rigore cercando colpi di flipper.

Nella semifinale di ritorno (20 aprile) la Fiorentina sa che deve segnare almeno due gol per passare il turno, è perciò grave il colpo per il morale quando Dragowski sbaglia l’uscita e Biraghi devia la palla proprio addosso a Bernardeschi libero in area: 1-0 e serata ancora più complicata per i viola, che per non perdere l’abitudine subiscono nel recupero un nuovo blitz di Cuadrado: assist basso per Danilo e 2-0 al 94’.

Quattro giorni dopo a Salerno, questa volta in campionato, la Fiorentina concede quattro occasioni da gol nei primi 8 minuti, poi becca la rete da Djuric e riesce a pareggiare con Saponara; la partita potrebbe cambiare, ma arriva l’ennesimo errore individuale, questa volta da parte di uno dei migliori della stagione, Igor, che cerca di stoppare con eleganza non richiesta un pallone che transita nell’area piccola: alle sue spalle sbuca Bonazzoli e lo spinge in rete.

Chiusura con lo 0-1 di San Siro contro il Milan, quando Terracciano offre con un rinvio sballato la possibilità di puntare la porta a Leao: sulla fascia Quarta è troppo avanzato, Milenkovic si trova di fronte un bolide lanciato alla velocità massima e Terracciano si lascia spiazzare.

Considerazione finale: così tanti errori personali possono essere figli anche di un stress generale per un campionato giocato a regimi altissimi, con qualità probabilmente superiore a quella che il gruppo poteva offrire. E non è un’accusa, ma un complimento.

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