La luce di Saponara, trequartista lunare: Italiano, riaccendila

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Un colpo delicato alla palla col destro, quasi una carezza a farla alzare appena per uccellare l’intervento di Posch, quindi la rasoiata di sinistro nel mezzo a innescare l’irruzione di Martinez Quarta per la rete viola. Quanto sono mancate alla Fiorentina queste giocate d’ingegno e di magia, caro Ricky Saponara! Quanto sono mancate per illuminare la manovra là davanti e dare un senso al vasto possesso palla che, senza il prodigio finale, diventa un’appendice statistica inutile nel bilancio del dopo gara. Già, i guizzi e le magie di Saponara, trequartista atipico che nelle sue giocate non lascia intravedere la trascendenza del favorito dal Cielo, (come succedeva a Rivera, Zico o Zidane), piuttosto la geometria pratica di chi usa il talento non per stupire ma per utilità. Un giocatore nel suo piccolo caratterizzante.

Oggi si accusa la Fiorentina di lentezza, di non sapere mai cambiare ritmo, di mancanza di imprevedibilità. Dimenticandoci che lo scorso anno la squadra migliore di Italiano, quella che avvolgeva l’avversario e lo annichiliva, aveva come attaccanti esterni da una parte Niko Gonzalez e dall’altra Saponara. Era la loro partita a condizionare e indirizzare la gara, come successe a Napoli, con l’Inter, con il Milan e nel 6-0 casalingo col Genoa. Erano insomma le loro giocate a dare un senso a quel lungo possesso palla che caratterizzava e caratterizza ancora oggi il calcio di Italiano. E non credo sia un caso se anche quest’anno le partite migliori la Fiorentina le abbia fatte quando sono funzionati gli attaccanti esterni. Quando Sottil ha gestito bene il voltaggio del suo calcio elettrico, mandando in corto circuito le difese avversarie; quando Kouame ha scherzato il suo marcatore, creando superiorità numerica. Sì, la Fiorentina per riafferrare il cielo del campionato ha bisogno di ali che la alzino dal suolo e la facciano volare. Bentornato dunque Ricky Saponara, costruttore di sogni già finito nel retroscala degli indesiderati ("Lui ed Eysseric sono due esuberi in rosa", disse Pradé nel dicembre del 2020, annunciandone l’addio) e recuperato alle migliori cause del calcio da mister Italiano. In attesa del ritorno di Niko e della presenza di Ikone (che fin qui non è mai arrivato), c’è bisogno come l’aria delle sue giocate sull’out di sinistra.

Le giocate di un trequartista lunare che anche nei suoi momenti peggiori (come lo furono le esperienze alla Samp e poi al Genoa) seppe tirare fuori dal cilindro colpi illuminanti: il gol al Milan, quello di tacco alla Lazio e pure quello a tempo scaduto con la Juve che un arbitro perfido gli annullò. Come se il suo animo fragile di artista del pallone avesse dichiarato una ribellione ideologica all’ordinarietà. Ecco, in una Fiorentina che se perde la magia delle ali diventa ordinaria, lui potrebbe essere il ricostituente straordinario del momento. La scintilla che rigenera la fiamma di un calcio incandescente che non può essersi spento così d’improvviso, senza possibilità di recupero. Una speranza più che un augurio.

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