
Vola sul tetto del mondo:: "Che emozione"
Laurearsi campione mondiale assoluto di pattinaggio a 21 anni è di per sé già un’impresa ragguardevole; se poi sempre quest’anno si vince anche il titolo italiano e quello europeo si realizza una tripletta di enorme valore. Il protagonista di tale stagione trionfale è Luca Innocenti, pistoiese ma cresciuto agonisticamente alla Firenze Oltrarno Pattinaggio con Cristina Moretti, presidente e direttore tecnico della società, che lo segue da quando era ancora un ragazzino.
Luca, quando ha iniziato e perché proprio il pattinaggio?
"La prima volta che sono salito sui pattini non avevo ancora compiuto 4 anni, invogliato – ma più che altro incuriosito – da mia sorella Giulia che è stata una buona atleta e ora allena anche lei nella Oltrarno. Quello sport mi è piaciuto subito, non l’ho più lasciato anche se allora non avrei mai immaginato di poter arrivare così in alto".
Chi è stato il suo primo maestro?
"I miei primi passi li ho mossi a Pistoia, nella società Le Fornaci con Leonardo Pancani, un talento straordinario che ha vinto quattro titoli mondiali e al quale sono ancora molto legato".
E poi?
"A Pistoia avevo avuto modo di conoscere Cristina perché era stata l’istruttrice di Pancani, così a 11 anni mi sono trasferito da lei a Firenze e da lì non mi sono più mosso".
Ma continua ad abitare a Pistoia.
"Sì, infatti da allora faccio cinque giorni alla settimana Pistoia-Firenze e ritorno in auto per allenarmi alla Oltrarno mentre il sesto vado a Roma a lavorare in palestra col preparatore atletico Gianni Colella e il suo staff".
Oltre a Moretti chi sono gli altri tecnici con cui si allena?
"Barbara Terziani, la sua collaboratrice più stretta".
Che studi ha fatto?
"Mi sono diplomato al liceo linguistico e ho frequentato per due anni Scienze biologiche ma ho dovuto interrompere l’università perché gli impegni sportivi mi impedivano troppo spesso la frequenza. Così mi sono iscritto all’università del Pegaso che, essendo telematica, mi consente di seguire le lezioni anche a distanza. Ho scelto l’indirizzo di Scienze motorie perché anche quando avrò chiuso con l’agonismo vorrò rimanere legato allo sport. Tra l’altro…".
Che cosa?
"Oltre ad allenare me stesso, alla Oltrarno da un po’ di tempo sono anche allenatore di un gruppo di bambini e bambine ai quali insieme alle basi tecniche mi piace trasmettere tutta la mia passione".
Ci descrive una sua giornata tipo?
"La mattina, a casa, mi dedico allo studio, poi un pranzo veloce – sono seguito anche da Emma Balsimelli, una nutrizionista – e subito in viaggio per Firenze; allenamenti per 4 o 5 ore e ritorno a Pistoia dove, prima di casa, vado a fare anche un po’ di palestra. Ovviamente rientro molto tardi la sera, cena e a letto. Quando, invece, vado a Roma, parto la mattina molto presto".
I risultati più significativi conquistati finora in carriera?
"Oltre a quelli di quest’anno: il titolo mondiale a Friburgo, l’europeo a Bologna e l’assoluto tricolore a Prato, tutti negli obbligatori, e due quinti posti nel libero, ho vinto 9 titoli italiani dal 2009 in poi, l’europeo jeunesse nel 2017 e l’argento mondiale juniores a Barcellona due anni dopo".
Un suo pensiero su Cristina Moretti?
"È una allenatrice straordinaria ed è immensa anche dal lato umano, mi ha aiutato molto a crescere e mi è stata vicina nei momenti di difficoltà, che ho superato anche grazie alla mia famiglia".
Una dedica particolare?
"A Viola Parigi, una giovane cresciuta con me alla Oltrarno e morta a 17 anni nel 2021 per un male incurabile. Era una ragazza splendida che ricorderò sempre con immenso amore".