Il portiere danese, eroe senza parare un rigore. Olly l’ipnotizzatore. Sguardo di ghiaccio e mimica da paura

FIRENZE Che potesse avere le qualità caratteriali per diventare una sorta di idolo dei ti...

Che potesse avere le qualità caratteriali per diventare una sorta di idolo dei tifosi viola si era intuito. Nella prima notte stagionale di Coppa Italia Oliver Christensen si è preso la scena. In primis con almeno un paio di parate degne di nota nei 120 minuti di gioco (Commisso a fine partita lo ha chiamato per complimentarsi). Poi con un atteggiamento a dir poco istrionico durante la lotteria dei rigori.

Ma andiamo per gradi. Italiano lo ha detto di recente. Oliver sta crescendo. Dialoga meglio con i compagni e gli allenamenti di Savorani stanno facendo la differenza. Si è ritagliato il ruolo di portiere di coppe anche se la sua ambizione è quella di sfilare il posto a Terracciano.

Intanto l’Avvoltoio di Kerteminde, provincia danese sull’isola di Fuen di cui sulla maglia porta il 53 (i primi numeri del codice postale), è diventato star del mondo social. Complice, dicevamo, un atteggiamento particolare durante l’esecuzione dei rigori. Il primo è un dato curioso: si è preso la scena non parandone neppure uno. Ma il suo atteggiamento ha innervosito prima Man (che ha colpito il palo) e poi Camara che ha sparato in curva.

Parlare di trash talking è troppo, ma le inquadrature televisive lo mostravano pronunciare frasi in lingua madre nei confronti dei tiratori ducali. Sguardo spiritato, ferocia nella mimica facciale. Insomma, non un cliente comodissimo al quale calciare una serie di rigori. Dopo il secondo errore ospite si è girato verso la ‘Fiesole’ e si è indicato le tempie. Come a dire che era tutta una questione di testa. "Ai rigori ti puoi trasformare nel cattivo o nell’eroe – ha spiegato Oliver a fine gara –, mi sono trasformato in quest’ultimo. Ho cercato nella testa dei giocatori che avevo di fronte, gli ho detto un sacco di cose, a volte funziona, a volte no, oggi sono riuscito a mettere la pressione giusta ai tiratori". La fonte d’ispirazione? Difficile dirlo, in tanti ci hanno rivisito gli atteggiamenti del Dibu Martinez, uno dei primi fu Bruce Grobbelaar, poi anche Dudek. Resta una notte di inizio dicembre, dove Christensen può aver iniziato la sua scalata alla porta viola.

Alessandro Latini

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