Il caso. Gonzalez e il pestone di Carnesecchi. Foto-accusa sul suo profilo Instagram

La stagione complicata di Milenkovic alla Fiorentina: errori in campo e valutazioni della dirigenza sul suo futuro. Possibile rifondazione estiva in vista.

Gonzalez e il pestone di Carnesecchi. Foto-accusa sul suo profilo Instagram

Gonzalez e il pestone di Carnesecchi. Foto-accusa sul suo profilo Instagram

L’interpretazione più spontanea sembra essere quella di un corto circuito. Di testa, prima ancora che di gambe. Del resto tutto Vincenzo Italiano poteva immaginare tranne che la sliding door (in negativo) che avrebbe indirizzato la semifinale di coppa Italia contro l’Atalanta sarebbe stata un intervento da rosso – il primo in stagione – di colui il quale il tecnico in questi anni ha sempre definito senza mezzi termini il giocatore più forte della rosa, ovvero Nikola Milenkovic. Eppure la topica che ha indirizzato la sfida di mercoledì al Gewiss Stadium non è che la punta dell’iceberg di una stagione che, per il serbo, è stata fin qui connotata più da ombre che da luci. Una stagione da subito complicata. In salita, e che il difensore serbo non è mai riuscito a raddrizzare, salvo rare prestazioni.

Al punto da spingere la dirigenza a valutare in queste ore se davvero l’ex Partizan meriti di essere ancora oggi il giocatore più pagato della rosa (3,3 milioni di ingaggio, con contratto fino al 2027) e possa rappresentare, dopo oltre 250 presenze in maglia viola, un elemento dal quale ripartire in vista della rifondazione estiva.

Prima infatti dell’errore da espulsione che ha indirizzato la gara con l’Atalanta (avversario contro il quale Milenkovic aveva pure una tradizione favorevole, vista la sua rete al 94’ che nei quarti di Coppa del 2022 regalò la semifinale alla Fiorentina) non erano state poche le serate da incubo vissute dal classe ’97, per la prima volta a secco di reti a questo punto della stagione da quando si è trasferito a Firenze: gli abbagli in sequenza con Empoli e Lazio nell’ottobre scorso gridano ancora vendetta, così come del resto alcune partite con la sua Nazionale che hanno ridimensionato nel giro di pochi mesi il curriculum di uno dei centrali più promettenti d’Europa.

Il sentore tuttavia è che al di là di un comprensibile black-out fisico (favorito da un utilizzo "in loop" del giocatore, la pedina di movimento più impiegata della rosa con 44 gettoni accumulati su 48 gare e 3.435’ giocati) ci sia anche un più preoccupante deficit motivazionale. Un brusco calo di stimoli, al culmine della settima stagione di fila in riva all’Arno, che ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche sulle prove di Milenkovic, ormai diventato la versione sbadata del roccioso difensore che poco più di un anno fa aveva suggerito all’Inter di valutarlo come il erede di Skriniar. Solo la Conference e il rush finale di campionato daranno al serbo la chance di invertire questo trend così negativo.

Andrea Giannattasio

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