
Vincenzo Italiano (Germogli)
Firenze, 16 novembre 2021 - Così simili. Così diversi. Vincenzo Italiano e Stefano Pioli potrebbero concorrere per la panchina d’oro, con lecite ambizioni di vincerla; soprattutto se la stagione di Fiorentina e Milan dovesse chiudersi così come si sta sviluppando. Viola in Europa e rossoneri lassù dove osano i... diavoli. Al di là delle valutazioni numeriche e le posizioni di classifica, lo scontro di sabato sera al ’Franchi’ non può essere una sfida normale, soprattutto per chi guida le squadre. Italiano sta diventando "Uno di noi", prendendo in prestito un coro dei tifosi che rende l’onore delle armi solo a pochi eletti. Pioli, invece, "Uno di noi" lo sarà per sempre. Troppi graffi sulla pelle, sportivi e non, condivisi con una città intera che ha apprezzato soprattutto l’uomo nella tragedia della scomparsa di Davide Astori.
Firenze prima di tutto ha apprezzato l’uomo, per il suo spessore: i sentimenti veri non c’è bisogno di esternarli in pubblico. E Pioli li custodisce gelosamente. Lo ha sempre fatto, riuscendo però ad avere una forza interiore che probabilmente neppure lui pensava di avere. Altrimenti sarebbe stato impossibile gestire un dolore così lancinante e al tempo stesso essere il punto di riferimento di un gruppo di ragazzi che dopo la morte del loro compagno sono diventati uomini troppo in fretta. La vita di tutti i giorni non è un film, ma a volte si avvicina in modo pazzesco a un lungometraggio che attraversa il quotidiano, fatto di rapporti semplici e gesti banali ma che nascondono significati enormi. Come quel tatuaggio per DA13 che Pioli tiene discretamente nascosto sul polso, ma a portata di occhi per non sentirsi troppo solo.
E Italiano ha molti tratti in comune con Pioli che sotto il profilo tecnico non è stato veramente stimato come invece avrebbe dovuto e potuto. Tattica e tecnica a parte – l’allenatore del Milan ha dalla sua una maggiore esperienza maturata negli anni in club importanti – il rapporto con i giocatori, infatti, è profondo. Basta vedere la solidità del gruppo e come spesso i giocatori viola hanno parole al miele per il tecnico nato a Karlsruhe. Gli abbracci di Vlahovic dopo una rete, i gesti di intesa con i senatori del gruppo, il rinnovo di Milenkovic motivato dalla presenza di Italiano sono solo alcuni degli esempi di come la Fiorentina riesca ad andare oltre le difficoltà, i propri difetti e i contrattempi.
Il 4-2-3-1 l’idea base del rossonero, 4-3-3 per il viola, con evoluzioni diverse nel possesso, ma con un’idea comune: costruzione dal basso e gioco sempre propositivo. Non banale nel calcio di oggi.