
Viaggia verso i 50 anni il fiorentino Francesco Casagrande, ex professionista con 14 stagioni di successi su strada e una dozzina di altrettante annate da protagonista nel mountain bike. Il traguardo del mezzo secolo fra 4 mesi, essendo nato il 14 settembre 1970.
Da anni vive sulla collina che divide Lastra a Signa dalla Val di Pesa. Qualche sua vittoria: la Freccia Vallone nel 2000, due edizioni della Classica di San Sebastian, il Giro della Svizzera, la Tirreno-Adriatico. Nove i mondiali in azzurro e due volte è stato alle Olimpiadi (Atlanta 1996, Sidney 2000).
Di "Checco" ricordiamo anche quel Giro d’Italia, giusto vent’anni fa, durante il quale fu grande protagonista e maglia rosa per 12 giorni, prima di vedersela sfilare da Stefano Garzelli nella penultima giornata in occasione della cronometro al Sestriere. Nel mountain bike tante altre vittorie e la maglia azzurra tre anni fa ai Mondiali Marathon di Singen, in Germania.
Un Casagrande ancora competitivo, voglioso di vincere...
"E pensare che dopo aver cessato l’attività su strada ero rimasto quasi tre anni inattivo, poi gli amici mi convinsero a tornare nel fuoristrada. Ero un amatore in quel tempo oggi sono élite".
Una bella differenza tra strada e mountain bike.
"Sicuramente cambia come disciplina, è molto più difficile fare MTB. I percorsi sono impegnativi, con discese tecniche e pericolose. Incide tanto il mezzo meccanico. E’ chiaro che non mi alleno come quando correvo".
Torniamo indietro a quel Giro d’Italia del 2000.
"Lo persi io più che vincerlo Garzelli. L’ultima settimana accusai problemi al nervo sciatico. Nei primi chilometri della cronometro di Sestriere avevo una gamba senza sensibilità e forza".
Quali gli avversari più forti in quel periodo?
"Per le corse di un giorno Michele Bartoli, per le gare a tappe sicuramente Marco Pantani, che in salita andava veramente forte".
E’ cambiato il ciclismo rispetto a 20 anni fa?
"Sicuramente, prendiamo i controlli medici che sono migliorati grazie alla tecnologia, sono sofisticati e si può dire allargando il discorso, che lo sport in generale è molto più sott’occhio. C’è anche il passaporto biologico". Quarantena e nuovo calendario temi caldi del momento.
"Il coronavirus è un problema mondiale, bisogna mettersi l’anima in pace. Quanto al calendario gare e alla sovrapposizioni, difficilmente si sarebbe potuto fare in maniera diversa".