Brillante o zircone? La triste storia (viola) di Joshua d’Australia

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Joshua Brillante è una storia triste del mercato (un mercato neppure troppo lontano) della Fiorentina. Anche perché più che per una questione di soldi (il cartellino del giocatore fu pagato agli australiani del Newcastle Jets appena un milione di euro), la meteora di Brillante scivola tutta sul piano morale.

La cronaca della sua avventura alla Fiorentina – avventura che secondo contratto sarebbe dovuta essere lunghissima, almeno tre stagioni a partire dall’estate del 2014 – si focalizza tutto sul suo debutto (assolutamente forzato) alla prima di campionato, a casa della Roma. Debutto deciso da Paulo Sousa. Debutto che finì in un flop che più flop non si può. Al punto che dopo quell’apparizione da 4 in pagella, all’Olimpico, Brillante sparirà del tutto dai radar delle formazioni del tecnico portoghese.

Rapporto inesistente idem per le prospettive (in viola) e a gennaio il matrimonio con la Fiorentina è già finito. L’australiano viene ceduto in prestito all’Empoli. Prestito lungo, ovvero di 18 mesi, con l’ambizione di rimettere in moto l’interesse nei suoi confronti. Ma tant’è. E anche l’esperienza in azzurro si trasforma in un incubo. Brillante non gioca (lo score delle presenze si ferma a uno) e la sensazione di rimanere anche ad Empoli per un’altra stagione – dopo i primi sei mesi del prestito di 18 – appare uno scenario da brividi. Nuovo incontro con i dirigenti della Fiorentina e nuon trasferimento, questa volta in serie B, al Como. E fino alla chiusura del contratto. Quindi ciao Como, ciao Empoli e soprattutto ciao Firenze. Senza rancore, per Brillante è un bravo ragazzo, ma anche senza rimpianti.

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