I 50 anni di Batistuta, un docufilm per festeggiare il compleanno

Ci sarà un evento con il campione: la data però è da stabilire

Gabriel Batistuta (Foto archivio Germogli)

Gabriel Batistuta (Foto archivio Germogli)

Firenze, 28 gennaio 2019 - "Sono tanti mesi che tutti mi ricordano che quest'anno festeggio 50 anni e non so se mi fa piacere perché me lo ricordino, o mi dispiace perché so bene che traguardo sia". E' un Gabriel Omar Batistuta (venerdì 1° febbraio compie 50 anni) più rilassato di quando era calciatore, sempre alla ricerca della perfezione in se stesso prima che nei compagni di squadra, nei club di cui ha difeso la maglia e nella realtà che lo circondava, quello che si sta avvicinando a compiere il mezzo secolo di vita. Un punto di arrivo che è solo una delle tante tappe che il classe '69 di Reconquista ha raggiunto nella sua vita, che sta per essere raccontata in un docu-film che sarà completato fra poche settimane e che sarà trasmesso (almeno un teaser) nella festa che il comune di Firenze gli tributerà a Palazzo Vecchio. La data è da stabilire: si era pensato al 9 febbraio ma la concomitanza con Fiorentina-Napoli ha portato a optare per un altro giorno. Si pensa comunque a una festa in piazza, sull'Arengario di Palazzo Vecchio, in stile talk show.

Dalle Pampas al tetto del calcio mondiale, con nessun Pallone d'oro o Coppa del Mondo da strofinare in bacheca nel giorno di festa ma con l'affetto infinito di larga parte degli appassionati di calcio a livello internazionale che si sono innamorati dei suoi gol e delle sue giocate, e con Firenze ai suoi piedi, lì dove ha giocato per nove anni, diventando il più prolifico capocannoniere della storia della Fiorentina con 168 reti realizzate complessivamente. "Vivo nella mia semplicità gli anni che passano - ha raccontato Gabriel Batistuta nella sua recente visita a Firenze -. La cosa che più mi preme è che le persone non mi vedano come una superstar perché io sono normalissimo. Non è cambiato niente da quando ero calciatore e giocavo al Newell's Old Boys, al Boca Juniors o al River Plate, ho gli stessi amici, e vivo dove sono nato. Ho imparato tante cose logicamente, sono stato curioso, ho approfittato delle esperienze che mi ha offerto il calcio. Non parlo come parlavo 20 anni fa, e voglio che la gente capisca la semplicita' del mio essere". In silenzio Gabriel Batistuta, un solo scudetto vinto in Italia, con la maglia della Roma, e due coppe con la Fiorentina, ovvero Supercoppa Italia e Coppa Italia nel 1996, coltiva il sogno di veder crescere ulteriormente la sua famiglia, ed essere ancora un esempio per i bambini del suo paese, l'Argentina.

"Ho accettato che si facesse un docu-film sulla mia vita per far capire ai ninos dei posti dove ancora vivo che tutto è possibile grazie alla volontà - ha sottolineato - E' un viaggio che è servito anche a me per comprendere come la gente di Firenze si sia arrabbiata tanto con me quando sono andato alla Roma. Allora feci una scelta da professionista, per raggiungere qualcosa che alla Fiorentina non avevo vinto. Ora capisco il sentimento della gente nei miei confronti e a mia moglie continuo a dire che passa il tempo ma non capisco perché i fiorentini mi dimostrano ogni giorno il loro affetto che sento in maniera maggiore rispetto a quando pensavo solo ad allenarmi e alla prossima partita. E pensare che Firenze, così' antica nei suoi monumenti e nei suoi palazzi, all'inizio non mi piaceva neanche. Oggi ho compreso che è valsa la pena rompersi le caviglie per la maglia viola. Ora mi godo l'affetto della gente e raccolgo quello che ho seminato quando giocavo". "Il calcio di oggi mi piace ma non provo le stesse emozioni di quando giocavo - ha concluso Batistuta - Le sento nelle finali che mettono in palio qualcosa, ma la vera emozione la provo quando penso ai miei genitori, alle mie sorelle e alla mia famiglia che sono i veri trofei della mia vita, e che mi hanno permesso di raggiungere questa età così impegnativa".

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