Attrazione Viola Park Magari Bagno a Ripoli diventerà come Ibiza

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Il 2023 sarà l’anno del Viola Park, e fin qui non ci sono dubbi. E appena sarà inaugurato tutti saremo lì a chiederci: ma come abbiamo fatto a campare una vita senza un centro sportivo? Cioè le fondamenta di un’ azienda che fino ad oggi non possedeva niente se non il titolo sportivo e e il carisma della sua storia? Beh, sarà una vera svolta. Bagno a Ripoli la nuova Las Vegas, senza gioco d’azzardo ma con più vita di Ibiza d’agosto e dei Gigli prima di Natale. Una vera oasi dello sport e di molto altro a sud della città. Quindi non chiedete acquisti milionari, il primo trofeo sarà quello e poi chissà…: il messaggio è già stato fatto passare e tutti ne sono più o meno convinti. Insomma, non sarà una coppa ma almeno la Fiorentina avrà una base su cui costruire qualcosa di più serio, oltre avere un valore patrimoniale tangibile che non sia il cartellino di Amrabat, sulla cui cessione da 40 milioni c’è già chi sogna un corteo per l’ennesimo incasso da urlo. Ma non è detto.

Anche perché sennò poi non regge più il teorema alibi, quello che dice: a gennaio è difficile trovare giocatori che ti cambiano la vita. A meno che non li metta sul mercato la Fiorentina, viene da dire. Ok, niente polemiche. Amrabat potrebbe restare fino a giugno. Ma non è questo il caso più spinoso. A essere ottimisti, infatti, potremmo affermare che il 2023 sarà l’anno del centravanti. E’ una questione statistica. La teoria del “di due un se ne fa uno” non può reggere. E, diciamoci la verità, dovessimo scegliere, al di là delle valutazioni tecniche, punteremo su Cabral, uno che fino ad oggi ha vissuto la stessa sorte capitata a Venuti. A chi di voi un’amica che vi aveva rapito il cuore non v‘ha risposto una cosa del tipo: “Ti voglio bene, ma…”. Esatto, con Venuti funziona così: ti si vole bene ma… e dopo il ma ci puoi aggiungere ciò che vuoi. Lo stesso vale per Cabral, che però contro la Primavera ha segnato, dando segnali di vita dopo una sosta vissuta da spettatore dell’area di rigore. Il tifo non è figlio della ragione. E’ una fede. In un colore, in un simbolo e anche nella resurrezione.

Forza Arturo. Sempre ammesso che rimani con noi. Altrimenti fate un altro discorsetto a Jovic. Ramadani dovrebbe spiegarglielo che se vuole andare in un top club deve darsi un po’ da fare, no? E poi voi sapete bene come funziona il mercato mediatico. Frasi fatte. Del tipo: i nostri acquisti saranno Sottil, Gonzales e Castrovilli. Cioè gli infortunati più o meno di lusso prossimi al rientro. Che poi in effetti hanno un loro peso sulla crescita di una squadra in ascesa, almeno rispetto alla prima parte della stagione. Però le frasi fatte anche no, per piacere. Nel frattempo molti giocatori della Juve postano foto in montagna sulla neve. Sulle loro mappe il monte bianco è alto 9.535 metri, il Cervino 7.897. Chissà perché? Ma forse la risposta è facile. Nel metaverso delle plusvalenze funziona così.

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