Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra, serata gloriosa al Maggio

Firenze, 20 gennaio 2020 - – La tournée europea che in questo mese sta impegnando la gloriosa Chicago Symphony Orchestra tocca solo tre città italiane, Napoli, Firenze e Milano, che sono poi le più importanti nella carriera e negli affetti del suo direttore musicale Riccardo Muti. A Firenze, dove non la si ascoltava dal lontano 1974, le sue formidabili capacità tecniche avranno impressionato i più giovani che la conoscevano solo attraverso i dischi, mentre chi conservava un pur vago ricordo del concerto di allora, con Georg Solti sul podio, sarà rimasto sorpreso soprattutto dalla flessibilità, lucentezza e disposizione al canto che Muti ha saputo aggiungere alla proverbiale compattezza e potenza dinamica.

Gli accostamenti del programma proposto al Teatro del Maggio, oltre ad offrire una vetrina ideale delle possibilità illimitate del complesso americano, poggiavano sull’originaria ispirazione teatrale delle partiture di Wagner, Hindemith e Prokofiev, pur nella grande distanza stilistica accomunate dall’essere tre rappresentazioni visionarie dell’eterna lotta fra bene e male. Quella che Muti ha saputo di volta in volta evocare nel turbine marino dell’Ouverture dall’Olandese volante, negli austeri arcaismi polifonici e nella sofferta tensione spirituale della Sinfonia Mathis der Maler, infine negli incubi infernali e nei dolenti ripiegamenti lirici della Terza Sinfonia di Prokofiev coniugando in perfetto equilibrio plasticità di sbalzo drammatico ed eleganza formale, essenziale sobrietà di gesto e impareggiabile virtuosismo.

Al termine del magnifico concerto, accolto da ovazioni entusiastiche, Muti ha scherzato con i bambini della scuola “Bruno Munari” di Milano seduti nelle prime file e rivolto parole affettuose al pubblico, chiudendo poi la serata fuori programma con un’esecuzione davvero senza possibili confronti dell’Intermezzo da Fedora di Giordano.