Verso le elezioni regionali. Il centrosinistra ha scelto. Giani convince quasi tutti

Il nome indicato dai dem sarà il candidato a governatore della coalizione ’Rompono’ "2020 a sinistra" e Articolo 1-Mdp sul nodo vicepresidenza

Eugenio Giani, attuale presidente del consiglio regionale toscano

Eugenio Giani, attuale presidente del consiglio regionale toscano

Firenze, 21 dicembre 2019 -  A un mese dall’investitura della direzione del Pd toscano, Eugenio Giani diventa anche il candidato del centrosinistra. Il Pd con Italia Viva e tante altre sigle (a sinistra e al centro) porta a casa il risultato, ma non senza fatica. "Quasi sofferenza" dice un esperto personaggio dem dopo la maratona di Natale: una riunione iniziata alle 15 di ieri e terminata dopo cena, con punte di tensione altissime. A un passo dalla rottura completa, ma alla fine la coalizione ha retto nella sua spina dorsale fondamentale. Urla e parole grosse: la riunione fiorentina è stata particolarmente movimentata. Il risultato finale dice che 16 sigle stanno nella coalizione e sostengono Giani, candidato a governatore toscano per le prossime elezioni della primavera inoltrata, due (2020 a sinistra e Articolo 1- Mdp) hanno ’rotto’ ed hanno abbandonato il tavolo mentre i Verdi (dopo pausa di riflessione) ci stanno, ma vogliono incontrare Giani a quattr’occhi. "Sono molto contento della larga coalizione sia a sinistra che al centro che si è creata con un grande sforzo di ascolto e dialogo messo in campo in queste intense settimane dal Pd - dice soddisfatto Eugenio Giani - un centrosinistra, forte e capace di sostenere l’impegno a cui siamo chiamati e in grado di dare le risposte che i toscani si aspettano". E le aperture non mancano anche ai ’dissidenti’ a sinistra: "Le porte sono sempre aperte a tutti". Della serie se ci ripensate noi siamo qua.

Alla fine della lunghissima giornata è stato firmato un documento sulla convergenza su Giani e sui punti fondamentali del programma (lavoro, infrastrutture, sviluppo compatibile, sanità, politiche giovanili, scuola). Il Pd si trova in compagnia di Italia VIva, delle forze laiche al centro e a sinistra Civica Toscana di Giacomo Trentanovi (che incontrerà Giani presto), Demos di Lorenzo Marchi e i Laburisti di Andrea Puccetti. Mancano all’appello i compagni più duri e puri: 2020 a sinistra di Simone Siliani e Articolo 1 - Mdp di Simone Bartoli. Messe da parte le primarie, per cui non c’era più il tempo necessario per farle presto, ma anche bene, la rottura si sarebbe consumata sull’accordo politico che doveva essere abbinato, secondo la sinistra, a quello programmatico: di fatto si chiedeva l’impegno (scritto) a dare a queste forze la vicepresidenza della Regione una volta vinte le elezioni. La sinistra aveva ipotizzato due nomi: la fiorentina Serena Spinelli, consigliere regionale Mdp, e Sara Nocentini, ex assessore del precedente mandato Rossi. Oppure c’era in campo anche un terzo nome. Su questa richiesta il clima si è surriscaldato. Italia Viva, come anticipato ieri dal nostro giornale, non ne voleva sapere di far occupare caselle prima di iniziare la campagna elettorale ("anche perché forse punta anche il partito renziano a quel posto" dicono da sinistra). Dello stesso avviso anche il Pd: "Basta, non è il tempo di parlare di poltrone". E così non si è trovata la quadra e qualche pezzo della coalizione si è perso. "Dispiace, ma è un male necessario" si dice dalla segreteria dei dem.

Al Pd va riconosciuto di aver fatto un percorso partecipativo vero e approfondito. Prima all’interno del partito poi nel territorio. Dalla segretaria toscana Simona Bonafè e dal suo braccio destro Lorenzo Becattini sono stati ascoltati segretari, sindaci, consiglieri comunali e regionali, enti di categoria, sindacati, parlamentari. E poi il confronto serrato sul programma con i potenziali alleati fino a 18 sigle. In totale sono state ascoltate più di 120 persone e tutte le liste, che potrebbero scendere in pista, dalle più piccole alle più "ricche" di voti. Giani ora può iniziare a varare il suo nuovo tour toscano, comune per comune. Stavolta per vincere le elezioni.

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