Firenze verso il voto. Primo confronto tra i nove candidati sindaco

Dibattito alla Certosa con tutti i pretendenti alla poltrona da sindaco. Idee e progetti

Firenze Certosa. Elezioni amministrative, tutti i candidati sindaco (New Press Photo)

Firenze Certosa. Elezioni amministrative, tutti i candidati sindaco (New Press Photo)

Firenze, 7 maggio 2019 -   Tredici domande dalla parte dei cittadini sperando che la prossima sia una consigliatura «illuminata». E’ con questo auspicio che Savethecity ha dato vita ieri al primo confronto fra i nove candidati sindaco di Firenze il prossimo 26 maggio. Oltre tre ore di confronto serrato. Fin troppo serrato visto che rigidamente regolato dal timer e dalle spiegazioni mezze mangiate dei candidati in apnea per dire più cose possibili.

Prima domanda le tasse. Le alzerete? Quali e come? Butta là il conduttore Andrea Vignolini, con gli iper tempi della radio che segue i palloni sui campi sportivi.

Andrès Lasso (Verdi) risponde per primo (è stato tutto sorteggiato e regolamentato, sia chiaro). «L’attuale addizionale Irpef è una Flat Tax, serve una rimodulazione in senso progressivo. Alla fine 85 fiorentini su 100 pagheranno di più, ma la città avrà 6 milioni in più da reinvestire sul trasporto pubblico. Secondo punto: la Tari. Servono incentivi per la raccolta differenziata, che, sia chiaro, funziona solo col porta a porta e non con i cassonetti».

Gabriele Giacomelli (Comunisti): «Le tasse colpiscono i ceti popolari, soprattutto quelle indirette sui servizi. Noi proponiamo una forte progressività per colpire i più ricchi. La Tari sarà pagata in base al reddito e la Cosap va tolta ai tassisti e aumentata agli alberghi»

Fabrizio Valleri (Libera Firenze). «Noi non abbasseremo le tasse. I soldi ci servono per fare la rivoluzione rionale, con tanti centri civici, che sono al centro del nostro programma, vicini alla gente. I Comuni sono strangolati dal centralismo. E poi vogliamo togliere la Cosap alle attività in periferia».

Nardella (centrosinistra): «Ricordo che il sindaco non può azzerare l’Irpef che è statale. La Tari è già sulla base della produzione e chi differenzia i rifiuti avrà degli incentivi. Ci saranno agevolazioni fiscali per anziani e giovani che prendono residenza in centro. E, comunque, Firenze è una delle città con la tassazione più bassa».

Ubaldo Bocci (centrodestra): «Ridurre le tasse è nel dna del centrodestra, però guardiamo bene i conti. Certo non potremo aumentare l’Imu che è già al massimo. Rivedremo anche l’enorme entroito della tassa di soggiorno».

Mustafa Watte (Punto e a capo): «Dobbiamo rivedere la tassazione silla base dei redditi personali con particolare riguardo alle aliquote per gli anziani e per le famiglie con bambini. Controllerò meglio gli entroiti della tassa di soggiorno che reinvestirei per creare occupazione».

Saverio Di Giulio (Casapound): «Abbattimento Tari e Imu. Contro le grandi multinazionali sul territorio. E il turismo giornaliero deve essere tassato».

Antonella Bundu (Sinistra Unita): «Tari abbassata a chi differenzia. E più scaglioni sull’addizionale Irpef: chi ha un reddito da 25mila euro e 1 centesimo non puo pagare come chi guadagna 75 mila euro.

Roberto De Blasi (M5s): «Rimodulare gli scaglioni fiscali e premiare i cittadini virtuosi per la Tari. Ridistribuire la tassa di soggiorno sui giovani».

Secondo giro di domande è sulle infrastrutture: dalla tramvia, alla Tav passando per la Foster, senza dimenticare la nuova pista dell’aeroporto. Parte il comunista Giacomelli che vuole il blocco immediato della tramvia («Prima azienda unica gestita dai lavoratori e dai cittadini»), stop a Tav e Foster e dice no all’aeroporto. E totale è anche il no di Valleri. Bundu dice sì solo alla tramvia («ma quella della diminuzione dei pali mi sembra solo una promessa elettorale»). Ma per Tav, Foster e aeroporto il no è netto. E la pensa più o meno allo stesso modo anche De Blasi. Posizione contraria a Tav e Foster anche per Andrés Lasso, che chiede attenzione al patrimonio arboreo e artistico per la tramvia.

Chi insiste per completare le infrastrutture fiorentine è Nardella («Come si fa a lasciare tutto metà»!), ma anche Mustafa Watte lo segue. Chi torna all’anno zero è Ubaldo Bocci: «Manca visione complessiva di mobilità e parcheggi. No alla tramvia sui viali. E su Tav e aeroporto ributta la palla a Nardella: «Che avete fatto in tutti questi anni?». Di Giulio invece ripartirebbe dalla metropolitana, magari da far passare al posto della Tav.

Terreno bollente anche quello sotto il nuovo stadio per la Fiorentina che in men che non si dica – complici le tifoserie – si trasforma in un processo ai Della Valle. Parte Bocci: «E’ un tavolo aperto da 12 anni. Chiederò subito ai Della Valle: ma che progetto avete per la Fiorentina?». Watte difende a spada tratta il vecchio Franchi. Di Giulio vuole fare un appello agli imprenditori perchè rilevino la Fiorentina. Coi tifosi «attivi nel processo decisionale». Bundu tifa per la possibile copertura del Franchi e boccia senza appello la cittadella viola. De Blasi dice no alla Mercafir («Meglio vicino a svincoli autostradali»). E Lasso vuole una copertura per il Franchi («Con un concorso internazionale di architetti»). Giacomelli e Valleri non vogliono distruggere beni pubblici per stadi privati. Meglio coprire il Franchi.

Chiude il giro Nardella: «Alla Fiorentina dirò: il Comune ha fatto tutto quello che doveva fare. Adesso cara proprietà non ci sono alibi, questa cosa si fa o non si fa».

L’ultimo tema caldo è quello sul centro e il turismo con la rendita in aumento oostante degli airbnb. Solo Nardella invita a ricordare che il turismo non si può attaccare sempre perchè crea lavoro e che quello di massa riguarda tutte le città d’arte, non solo Firenze. Poi ricorda la normativa Unesco, i negozi storici, il blocco dei fast food. «Aprirò un tavolo con i proprietari di airbnb, ma ci vuole equilibrio». Bocci si perde nel timer tiranno e non articola risposta. In ogni caso invoca più parcheggi in centro pe far tornare i residenti subito rintuzzato da Bundu: «Noi siamo per la riduzione, non per l’aumento del traffico». Tutti gli altri condividono il limite al numero degli affitti, Di Giulio torna al mutuo sociale per le famiglie italiane con diritto di riscatto di antica memoria.

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