Commisso il fiorentino: "E’ un sogno"

Il nuovo presidente: "Sono passionale come i tifosi. Spero di non deluderli, le risorse non mancano"

Fiorentina, Commisso firma il contratto di acquisto (foto Ilaria Ulivelli)

Fiorentina, Commisso firma il contratto di acquisto (foto Ilaria Ulivelli)

Firenze, 7 giugno 2019 - E’ felice Rocco Commisso. Felice come chi realizza uno dei sogni della vita. Sorride e ride fragorosamente nella hall del Rocco Forte Hotel Savoy, nel cuore di Firenze. Parla della bellezza dell’Italia e di questa città che sente già sua. Con la mano fa svolazzare la cravatta viola di Marinella che indossa e che ha comprato per tutto il suo staff. «Certo che sono felice, anche se ho speso un sacco di soldi», dice.   

Non è vero, poteva spendere di più... «Come non è vero, sono un sacco di soldi. Ce li ha, lei?».   

No, però poteva andare peggio.  «Bisogna prima guadagnarli questi soldi, prima di dire che sono pochi per chi li spende». 

Giusto. Ma soldi a parte, come sta vivendo questo momento magico? «Vede? Abbiamo tutti la cravatta viola... Io sono felice e spero di fare felici i tifosi di questa città, di non deluderli mai». 

Qual è il messaggio che vuole dedicare ai tifosi nel suo primo giorno da proprietario della Fiorentina?  «Probabilmente senza il calcio non avrei avuto il percorso professionale che ho fatto. Il calcio è stato il faro che ha guidato tutte le mie scelte e che ha reso possibile gli obiettivi che ho raggiunto».   

Perché? «Imparerete a conoscermi. E intanto dico che il calcio mi ha permesso di ottenere una borsa di studio per una delle più prestigiose università americane, la Columbia, e questo mi ha aperto le porte della finanza».

Era bravo a giocare a calcio? «Abbastanza da meritare una borsa di studio».   

In che ruolo giocava? «Più spesso a centrocampo. Ma li ho fatti tutti, dallo stopper al centravanti». 

Quindi ora sente di voler restituire alla Fiorentina l’opportunità che a lei ha offerto il calcio...  «Sì, adesso è venuto il momento per me di restituire il favore. All’Italia, che mi ha formato, e al calcio, che mi ha fatto crescere». 

Quindi vuol fare grandi cose.  «Non vedo l’ora di incontrare i tifosi viola e di guadagnarmi la loro fiducia. Ci vediamo allo stadio». 

Qual è la prima promessa che può fare e si sente in grado di poter mantenere? «Una regola, un principio ispiratore, ha sempre guidato la mia vita: ‘dai il meglio di te e non fare promesse che non puoi mantenere’. C’è molto lavoro da fare, ma il team è forte e passione e risorse non mancheranno». 

E’ intenzionato a trattenere in viola Federico Chiesa?  «Farò tutto il possibile perché continui a rendere grande la nostra squadra».

Sa che non sarà facile liberarsi del marchio di essere stato un tifoso juventino? «E’ vero, sono cresciuto con Sivori, Charles, Boniperti, Nicolè, Stacchini e Zoff, ma è vero anche che oggi sono fiorentino. E che in realtà ho la Fiorentina nel cuore da molto tempo: è dal 2016 che la volevo». 

Cosa porterà a Firenze? «La mia passione, la mia italianità. Degli americani che hanno acquistato club italiani, io sono l’unico nato in Italia. Vivo e muoio per la Nazionale italiana, fin da bambino quando lasciai questo Paese».   

E di Firenze cosa pensa?  «Cosa posso dire? Questa città è un sogno, e i fiorentini meritano una squadra all’altezza della bellezza che riesce a ispirare nei cuori e negli occhi di chi la vive».

In società saranno valorizzate figure fiorentine? Ha già pensato all’allenatore? A un top player...  «Fermi, fermi. Devo studiare ancora tutto. Questa città è ricca di storia. Non solo culturale, ma anche calcistica. E per questo credo sia in grado di esprimere talenti professionali di cui può andare orgogliosa. Sono venuto qui per imparare, ed è quello che ho intenzione di fare senza perdere tempo, poi vedremo». 

Com’è stato l’incontro con il sindaco: si farà il nuovo stadio? «Estremamente positivo, Firenze deve essere orgogliosa di avere un sindaco come Dario Nardella. Faremo grandi cose insieme».

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