"Un’onorificenza per la comunità"

Il sindaco Alessio Mugnaini ha scritto al presidente della Repubblica in merito ai "Fatti di Montespertoli"

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Sono trascorsi 100 anni dal tentativo di uno squadrone fascista, nel 1920, di occupare il municipio di Montespertoli. Prove generali per il triste ventennio a venire. Da quanto si è appreso ieri in paese, il Comune vuol organizzare una cerimonia per ricordare il fatto, e per ricordare come tanti cittadini in quel ’20 uscirono di casa per andare ad impedire agli squadristi di prendere il potere del palazzo comunale e dunque della comunità. Contattato in proposito, il sindaco Alessio Mugnaini ha confermato l’intento del Comune, ed ha affermato di aver inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo di voler concedere un’onorificenza alla comunità montespertolese, di cui fanno parte oltretutto i discendenti degli eroi del ’20. Da allora, l’evento è noto come "I fatti di Montespertoli".

Dopodiché, Mugnaini ha rinviato ai prossimi giorni le informazioni sui dettagli e lo svolgimento della cerimonia. I "fatti" risalgono ai giorni dal 10 al 14 ottobre del 1920, con giorno clou il 12. Cittadini dal paese ma anche dai villaggi più remoti della campagna accorsero a difendere l’edificio simbolo della gestione già "democratica" del paese. Ci si chiederà. Perché proprio Montespertoli, un paese di campagna? Bisogna invece rammentare che in quegli anni Montespertoli è stata cruciale per la Storia d’Italia. Vi risiedeva Sidney Sonnino, statista, per anni presidente del consiglio ed anche ministro, soprattutto esponente della Destra storica che aveva promosso leggi a sfondo sociale a vantaggio del mondo rurale che oggidì suonerebbero molto di sinistra.

Una Destra già da decenni abituata al confronto dialettico con la Sinistra storica nella cornice del Regno d’Italia. Tutt’altra cosa da quello che sarebbe successo dopo. Qui e a San Casciano Sonnino aveva anche il collegio. Dunque, nella sua dimensione Montespertoli era un "laboratorio" vivente di confronto ed embrione di democrazia compiuta con riflessi molto vasti a livello nazionale, altro che piccolo comune di campagna. Quindi, probabilmente, l’occupazione squadrista del municipio poteva diventare un simbolo forte per scatenare squadroni anche altrove. Simbolo che non ci fu. Tornando all’oggi, si sa che il Comune sta adesso raccogliendo documenti e materiale fotografico dei "Fatti", per organizzare la cerimonia.

Andrea Ciappi

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