
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Arrivano anche le richieste di misure interdittive, per otto dei trenta indagati dell’inchiesta sui concorsi a Medicina: i pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi hanno chiesto sospensioni dai rispettivi ruoli e incarichi per il rettore dell’università di Firenze, Luigi Dei; per il dg dell’Auo Careggi, Rocco Damone; per quattro professori fiorentini - Marco Carini, Corrado Poggesi, Niccolò Marchionni e Sandra Furlanetto - e per due ’stranieri’: Benedetto Galosi dell’Università delle Marche di Ancona e Francesco Montorsi del San Raffaele di Milano. La procura ha chiesto per loro misure interdittive tra gli otto mesi e un anno. Dodici mesi la sospensione richiesta per Dei, undici per Damone.
Toccherà al giudice, Angelo Antonio Pezzuti, decidere, dopo aver ascoltato ognuno degli otto indagati. Gli interrogatori cominciano il 17 marzo ed il primo a presentarsi sarà proprio Dei.
A motivare le misure, una serie di episodi di corruzione, o induzione alla corruzione, che oltre ad alterare, secondo le accuse, il ’normale’ corso dei concorsi per le cattedre, non solo di Careggi, fanno trasparire logiche di potere e di spartizione che poco avrebbero a che vedere con il progresso scientifico e la ricerca.
Il caso Peris. Il primo episodio, nella cronologia degli eventi ricostruiti dalla finanza e contestati dai pm, riguarda uno scambio ’politico’ tra Università e Auo di Careggi: al professor De Gaudio (indagato, ma non destinatario della richiesta di misura) i vertici dell’Ateneo avrebbero ’concesso’ un posto da associato per il professor Stefano Romagnoli e il mantenimento della direzione del suo Dipartimento di anestesia e rianimazione, che altrimenti rischiava di essere smantellato, in cambio della non opposizione all’assegnazione a Peris (non indagato), sostenuto dai dg di Careggi - Calamai prima, Damone poi - del ruolo di professore straordinario. Operazione, questa di Peris, che alla fine non andrà in porto.
L’ordinario di chimica. Il 15 giugno 2020 la professoressa Giovanna Marrazza si aggiudica la cattedra di ordinario di chimica analitica, superando l’associato Sandra Furlanetto. Che non la prese bene e avrebbe ventilato l’ipotesi di far ricorso contro quella nomina. La "pace" viene sancita con l’impegno del rettore a conferire alla prof la funzione di ’Delegato del rettore all’orientamento e servizi agli studenti’. Per i pm, anche questo ’scambio’ s’inquadra nella corruzione (per l’esercizio della funzione).
Il no della ricercatrice. Dalle intercettazioni in mano alla procura spunta anche un altro presunto illecito relativo alla posizione della ricercatrice Benedetta Tomberli. Marchionni e Poggesi, stando alla ricostruzione dei finanzieri, avrebbero indotto la dottoressa a rifiutare un posto a tempo determinato bandito in un concorso (in cui Marchionni era anche commissario) con la promessa che sarebbe diventata presto professore.
L’asse dell’urologia. Tra Ancona e Grosseto, i ’ baroni’ dell’urologia Marco Carini e il marchigiano Benedetto Galosi si sarebbero spartiti dei posti: Galosi, che ambiva a diventare ordinario alla Politecnica di Ancona, avrebbe avuto la strada spianata dallo stesso Carini, presidente della commissione in cui figuravano anche Eugenio Brunocilla e Ettore Mearini (non indagati), in cambio di un intervento dello stesso Galosi su altri due urologi marchigiani (Valerio Beatrici e Marco Dellabella, non indagati) che avrebbero fatto parte della ’giuria’, presieduta da Franco Blefari (non indagato), destinata a scegliere il primario di urologia dell’ospedale di Grosseto, posto bandito dall’Estar per l’Asl Toscana Sud-Est.
Sempre in un’ottica "spartitoria", ancora Carini si sarebbe accordato con Francesco Montorsi del San Raffaele di Milano affinché due cattedre da ordinario in seno all’Università di Milano andassero ai vincitori prestabiliti, facendo ritirare le candidature a candidati fuori dalle logiche del "sistema".