Sos furti sulle colline di Careggi, caccia alla banda delle ville

I residenti lanciano una raccolta firme. E c'è anche chi è riuscito a mandare via i ladri di casa: 'Vi racconto come li ho fermati'

Ladri (foto di repertorio)

Ladri (foto di repertorio)

Firenze, 19 luglio 2018 -  Si muovono a colpo sicuro: non puntano abitazioni qualunque ma ville di persone benestanti o residenze isolate, più facili da saccheggiare. Di giorno, come di notte, senza nessuno scrupolo. E' la banda che, da alcuni di mesi, ha preso di mira la collina di Careggi. Una decina di colpi (e tentativi) nelle ultime settimane che ha portato gli abitanti a lanciare una raccolta firme indirizzata al Comune di Firenze, al Quartiere 5, alla Polizia di Stato, alla Polizia Municipale e ai Carabinieri di zona «per denunciare la persistente situazione di furti nel nostro quartiere».

«Siamo sotto assedio – si sfoga Roberto Incontri, presidente dell’associazione Colline di Careggi -, una banda ha preso di mira la nostra zona. Ogni due giorni ci arriva una segnalazione di un furto, bisogna fare qualcosa. Qui serve un sistema di video sorveglianza». I residenti hanno paura, anche ad uscire di giorno. Il rischio di rientrare e trovare l’appartamento a soqquadro è alto. In tanti, infatti, si sono organizzati con un gruppo WhatsApp per segnalare in tempo reale quello che succede e c'è chi ha deciso di lasciare le chiavi al vicino prima di partire per le ferie, in modo che controlli che tutto fili liscio.

E’ successo a una coppia di russi che alloggiava in una casa vacanza nell’area: rientrati nel proprio appartamento hanno trovato solo i 25mila euro di scontrini di borse e indumenti acquistati al The Mall. Le buste era completamente vuote. E’ sempre il proprietario di una struttura ricettiva a denunciare un altro colpo: mentre i suoi ospiti, dottoresse dell’ospedale Mayer, erano in camera, ignoti si sono intrufolati nella loro abitazione e hanno portato via soldi e tutto quello che hanno trovato. «Loro hanno fatto finta di dormire – racconta – perché avevano paura, non sapevano come potessero reagire». Le stesse persone, subito dopo, hanno cercato di saccheggiare una villetta vicina di un residente.

Ma appena si sono avvicinati al perimetro è scattato l’allarme. Quando l’inquilino si è affacciato alla finestra ha visto due uomini fuggire a bordo di un’auto. Di storie, la bellissima area che si estende tra via di Careggi e via Incontri, ne ha tante da raccontare. Solo una decina di giorni fa due brutti ceffi, così raccontano gli abitanti, sono entrati di notte nell’abitazione di una donna incinta: lei era in camera da letto quando hanno bucato una persiana ma anche in questo caso l’allarme li ha messi in fuga. Non contenti, si sono presentati il giorno dopo nella stessa abitazione: subito dopo pranzo hanno aperto un’altra persiana ma anche in questo caso è scattato l’allarme. Non tutti i colpi, però, riescono alla perfezione. Pochi giorni fa, la banda ha cercato di introdursi all’interno di una villa senza nessun successo. Una residente, che ha visto tutto, ha acceso le luci e sono scappati. Secondo chi ci vive e lavora, i responsabili sarebbero un gruppo di stranieri che alloggiano in un immobile occupato della zona. Uomini, molto probabilmente provenienti dall’Est, che anche di giorno vengono visti ciondoloni lungo le strade. Fanno appostamenti, cercano di memorizzare orari e spostamenti degli abitanti per capire quando poter entrare in azione indisturbati. 

IL CASO: FACCIA A FACCIA CON QUATTRO LADRI - Ma purtroppo si tratta di persone senza scrupoli che non ci pensano due volte ad intrufolarsi nelle case quando i residenti dormono. Alessandro Fibbi, dipendente della Manifattura e fotografo, è ancora scosso dopo il faccia a faccia notturno con quattro uomini avvenuto nel suo appartamento di via delle Ortensie due settimane fa. Dormiva quando ha sentito prima dei rumori e poi ha visto le mani di uno sconosciuto avvicinarsi alla maniglia della porta della sua camera per chiuderla. Si è alzato e si è ritrovato di fronte quattro malviventi, di cui uno con il viso coperto con una maschera. «Ma la rabbia di vedere persone all’interno del mio guscio – racconta – è stata più forte della paura. E la voglia di buttarli fuori mi ha fatto trovare il coraggio di gridare di andarsene con tutto il fiato che avevo in corpo».

Difficile dimenticare quei passi all’interno della sua abitazione, quei guanti che hanno fatto capolino nella sua camera da letto e quell’omone che indossava una maschera. «Non ti senti più tranquillo – riprende -, quando qualcuno entra in casa non c'è solo un danno economico ma psicologico: ti portano via i ricordi di una vita, violano la tua intimità. Per tornare a sonni tranquilli ci vuole tempo». Alessandro è nato e cresciuto nella sua casa dell’Isolotto. Da 43 anni vive in zona e conosce vita, morte e miracoli del suo quartiere. «Un tempo non era così – sottolinea – però da alcuni anni la situazione è peggiorata. Mio padre aveva una orologeria ed è stato più volte vittima di furti o tentativi. Nonostante le denunce, purtroppo non è cambiato nulla e credo che sia colpa anche della legge che non è dalla nostra parte: le forze dell’ordine svolgono il proprio lavoro, sia chiaro. In cinque minuti, quella notte, la polizia è arrivata a soccorrermi. Ma il problema è che questi delinquenti, il giorno dopo sono di nuovo fuori. E noi, invece, non ci sentiamo più liberi di vivere nelle nostre case». Alessandro ha raccontato la sua storia anche su Facebook con un post che ha raccolto centinaia e centinaia di visualizzazioni sperando che la sua richiesta di aiuto non resti inascoltata. «Purtroppo – conclude -, anche dopo l’episodio di cui sono stato protagonista, mio malgrado, abbiamo saputo di altre visite in altre case. Che qualcuno faccia qualcosa»

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro