Michele Matrone continua a ’giurare’: "Non ho mai detto quelle parole". Sfida "chiunque fosse presente all’incontro a San Donato a venire a testimoniare che ho usato espressioni sessiste o contro persone in base al loro genere. Portino le prove, invece di lanciare accuse che non hanno fondamento".
Il 59enne già consigliere rignanese Udc, poi PdL e Forza Italia, ribadisce: "Per me non ci sono distinzioni di genere. Uomini e donne hanno lo stesso valore o sbagliano allo stesso modo". Ammette di aver criticato i membri dell’attuale amministrazione, "ma solo per il loro operato. Il fatto che siano donne non c’entra: lo avrei fatto comunque. Rientra nella normale dialettica della campagna politica: non ho espresso pareri personali sulla candidata sindaco, ma ho detto che non è mi è piaciuto l’operato di questa amministrazione e che il consiglio comunale è stato gestito male e non sempre super partes".
Nessuna battuta sul tacco 12 nel cantiere, ribadisce. Ma, si chiede, "se il sindaco uomo fosse andato a un sopralluogo con scarpe non antinfortunistiche e coi pantaloncini corti e fosse stato criticato, ci sarebbero state le stesse reazioni?".
Ben vengano dunque le donne in politica, "ma solo se lo meritano. Stessa cosa vale per gli uomini". Se dovesse essere eletto sindaco alle urne, non promette quote rosa in giunta: "Gli assessori potrebbero essere tutte donne o tutti uomini. Mi interessa il merito, non il genere".
Forza Italia difende Matrone: i coordinatori provinciale e comunale Paolo Giovannini e Rodolfo Piccardi esprimono "piena solidarietà, pronti a intraprendere ogni iniziativa necessaria alla salvaguardia della sua integrità e dignità", ribadendo che le sue critiche "erano contro la passata amministrazione che ha creato l’illusione di un buon governo. Nessun componente della giunta può considerarsi esente da critiche per i mancati obiettivi del programma".
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