"Aggressioni illegittime al diritto inviolabile, strettamente legato alla dignità della persona, compiute attraverso i mezzi di pubblicità cui si riferisce l’articolo 595, terzo comma, del codice penale – tra cui rientrano anche i siti internet ed i social media – possono incidere fortemente sulla vita privata, familiare, sociale e professionale delle vittime" spiega l’avvocato Roberto Visciola. Che puntualizza: "Tali danni sono suscettibili, oggi, di essere enormemente
amplificati proprio dai moderni mezzi di comunicazione,
che rendono agevolmente reperibili per chiunque, anche
a distanza di molti anni, tutti gli addebiti diffamatori associati
al nome della vittima.
Perciò occorre sempre aver riguardo a cosa si dice eo si scrive nei confronti di una persona, tenendo conto che non esistono spazi dove ogni libertà è concessa".
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