Turismo, decoro, legalità: «Ecco il nostro patto per cambiare Firenze»

Il Manifesto di 37 imprenditori di Confcommercio

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Firenze, 13 gennaio 2018 - Si sono riuniti  a novembre all’hotel Baglioni ed è lì che una quarantina di imprenditori del commercio, turismo e servizi hanno deciso di stilare un documento programmatico «per restituire alla città e al suo centro storico il prestigio che merita». E’ nato così il Patto per Firenze, che vede primi firmatari Gucci, Ferragamo, Firenze Gioielli, Tiffany, Kome, ma anche Paszkowski, Harry’s Bar, Tod’s, Stefano Ricci, lo storico negozio di giocattoli di via Cavour, Dreoni, i ristoranti Buca Lapi e Sabatini, la gelateria Vivoli, Pegna, Torrini e tanti altri.

«Siamo orgogliosi di essere ‘fiorentini’. Firenze ci ha dato tanto, anche in termini di valore aggiunto per le attività e i marchi che rappresentiamo – si legge nel patto – e crediamo sia giusto restituire a questa città, che sta attraversando ora una fase critica, qualcosa del tanto che ci ha dato». Gli imprenditori, consapevoli che le loro aziende «potranno avere un futuro» «solo se Firenze riuscirà a mantenere fede a quel carattere di unicità e a quei valori che le derivano dall’essere stata culla del Rinascimento», s’impegnano e offrono il loro contributo di «idee, energie e professionalità» al fine di sviluppare «un piano condiviso di riqualificazione che, con il supporto di amministrazione, forze dell’ordine, altri enti locali e società civile, possa diventare al più presto operativo». Un patto che non è «un progetto politico, né un progetto funzionale alla politica», dalla quale i firmatari vogliono restare «distinti e distanti», ma con la quale vogliono dialogare con l’obiettivo di far tornare la città ad essere «accogliente e a misura d’uomo, attenta ai valori della bellezza, della socialità, della qualità». Dal punto di vista operativo i 40 firmatari incaricano Confcommercio Firenze di portare avanti richieste e azioni, sintetizzate in cinque punti.

Sicurezza. «Vogliamo affrontare il tema – si legge nel documento – perché diventi una priorità per tutti». Non è più tollerabile, scrivono gli imprenditori, che « le nostre attività siano prese di mira dalla criminalità» e che «i nostri clienti siano oggetto continuo di furti, atti vandalici e intimidatori, senza che le nostre denunce riescano a sortire alcun effetto», in una città dove «tutti i giorni, alla stessa ora, negli stessi luoghi, le stesse persone compiono gli stessi reati».

Punto due: azioni di prevenzione e contrasto ad abusivismo, contraffazione e concorrenza sleale, «creando un coinvolgimento sempre più stretto con le associazioni dei consumatori e le scuole». Punto tre: migliorare l’accessibilità alla città per facilitare la fruibilità del centro storico. Gli imprenditori, a questo proposito, annunciano l’intenzione di «offrire un contributo progettuale» per la ridefinizione della mobilità e dei parcheggi «con la collaborazione di urbanisti e altri professionisti». Quarto punto: «Attivare un confronto con le istituzioni e l’amministrazione pubblica sulle politiche del turismo per incentivare il turismo di qualità e penalizzare il mordi e fuggi». Infine, «promuovere un’attenta riflessione sul tema della tutela e della valorizzazione degli esercizi storici, che rappresentano la nostra storia e la nostra identità culturale, anche sollecitando l’adozione di ulteriori strumenti normativi per la loro salvaguardia». Tutte azioni e richieste volte a restitutire alla città il prestigio che merita, «con l’orgoglio e la determinazione dell’essere imprenditori e cittadini titolari di diritti, nella città più bella del mondo».

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